Uno dei modi per definire la nostra epoca è “l’era delle sigle”. La comunità LGBT è solita costruire molteplici di queste per definire i vari orientamenti sessuali, nonché per coloro che sono avversi ai movimenti per la parità sessuale. JK Rowling non poteva che essere la prossima a venire siglata, beccandosi un cacofonico TERFs – trans-exclusionary radical femminists, roba che a leggerla ci si rende conto che non avremmo mai nemmeno immaginato potesse esistere un concetto del genere.

L’origine del termine TERFs in realtà è da cercare in tempi precedenti alle infelici dichiarazioni di JK Rowling: gli LGBT, infatti, lo coniarono per indicare un calderone piuttosto definito di femministe vecchio stampo – quelle “bigotte”, per intenderci – come Germaine Greer e appunto la scrittrice. La critica mossale contro però non finisce agli appellativi, anzi. A seguito della pubblicazione del suo saggio sulla natura sessuale, la neo TERFs JK Rowling è stata al centro di nuove dichiarazioni come quella di Jen Richards – sceneggiatore di Her Story e Mrs. Fletcher – che a IndieWire ha dichiarato:

“Il bigottismo anti-trans che JK Rowling sta vomitando, di cui non importa quanto sia mascherato da femminismo, questioni biologiche o buon senso, è semplicemente un vecchio fanatismo e, francamente, è noioso.

Se non fosse un’autrice famosa e amata, il suo sarebbe più o meno lo stesso caso di una qualsiasi donna bianca facoltosa la cui propensione a presentare il diritto all’oppressione la rende una ‘Karen’ di livello mondiale.”

Parole anche queste forti, che si fanno scudo della già precaria situazione sociale americana. Le dichiarazioni di JK Rowling infatti arrivano in un momento delicato della storia del Black Lives Matter, che in questo periodo si sta unendo alle proteste mondiali del Pride Month, che si schiererà in campo per chiedere giustizia anche per i recenti omicidi di Nina Pop e Tony McDade, entrambi parte della comunità LGBT. Jen Richards ha poi concluso la sua arringa anti TERFs alludendo proprio ai fatti contemporanei, aggiungendo che:

“Come donna bianca, capisco JK Rowling, ma tutte le donne bianche ora hanno una scelta da poter compiere: difendere in modo aggressivo un concetto ristretto ed esclusivo di femminilità che è fondamentalmente e irrevocabilmente razzista, o impegnarsi totalmente nello smantellare la supremazia bianca.

JK Rowling, come molte donne bianche, ha scelto la prima. Spetta ad altre donne bianche, come me, utilizzare questo momento per aumentare il nostro impegno nei confronti di quest’ultima.”

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