Si chiamava Connery, Sean Connery, e per quasi cinquant’anni è stato celebrato nella cultura pop come l’icona assoluta dell’uomo d’azione sul grande schermo. Come annuncia Variety, l’attore scozzese con licenza di vincere l’Oscar ci ha lasciati all’età di novanta anni, lasciando vuoto un posto che al cinema nessuno è ancora stato in grado di meritarsi: quello del combattente senza scrupoli, che nel nome del bene comune correrebbe qualsiasi rischio.

Famoso per aver interpretato per primo James Bond nella saga di 007, Sean Connery era apparso in sette capitoli del filone cinematografico più redditizio di sempre – uno non ufficiale – passando sì alla storia come interprete di ruoli fisici, ma confermandosi sempre anche per le sue immense doti drammatiche, che mai come nella sua prova ne Gli Intoccabili di De Palma erano state riconosciute, tanto da ricevere l’Oscar come miglior attore non protagonista nel 1988.

Di oggettiva bellezza e bravura, Sean Connery si dedicò per tutta la sua lunghissima carriera a ruoli sia spettacolari che impegnati, tra cui La Casa Russia, Scoprendo Forrester, Il Nome della Rosa e Marnie di Alfred Hitchcock. Unico nel suo genere, raggiunse il picco della fama nel 1989 con L’Ultima Crociata, dove ha interpretato il padre di Indiana Jones affianco all’unico attore che gli si possa affiancare come stereotipo cinematografico, Harrison Ford. Il dramma della sua scomparsa coincide con tanti altri tra quelli accaduti in questo 2020, che ricorderemo per sempre come l’anno della sfortuna.

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