
Il Central District Court della California, nella giornata di giovedì, ha stabilito che la causa per discriminazione di Mo’Nique contro Netflix può proseguire, negando allo streamer l’archiviazione della denuncia, come riporta Variety. L’attrice, il cui nome è Monique Hicks, aveva infatti denunciato la società per discriminazioni sessuali e razziali nel novembre del 2019, basandosi sul mancato rispetto della legge quando Netflix le fece un’offerta stracciata per una commedia di basso livello nel 2018.
Secondo Mo’Nique, le furono offerti solo 500 mila dollari per uno speciale, mentre ad Amy Schumer vennero offerti ben 11 milioni e a Dave Chappelle e a Chris Rock ne vennero offerti 20. Il giudice distrettuale Andre Birotte Jr ha confermato che la mancata trattativa della cifra tra Netflix e l’attrice costituirebbe un presupposto valido per intentare una causa per discriminazione. In un comunicato di Birotte Jr è stato scritto:
“Indipendentemente dal fatto che la querelante avrà la meglio, archiviare questo caso secondo la Rule 12(b)(6) non è appropriato. Il reclamo della querelante può creare un nuovo argomento di discussione legale, ma non giustifica affatto la richiesta di archiviazione.”
La causa intentata dall’attrice va ancora più a fondo della mera discriminazione che avrebbe subito da Netflix, arrivando a combattere anche per una questione di rappresentazione più radicata. Nella senior leadership dell’azienda infatti, solo il 6% dei componenti comprende persone di colore in organico già dal 2019. Lo scorso novembre, quando Mo’Nique dichiarò le sue intenzioni, Netflix dichiarò che la loro offerta di 500 mila dollari fosse più che equa:
“Teniamo molto all’inclusione, all’equità e alla diversità e prendiamo molto sul serio le accuse di discriminazione. Riteniamo che la nostra offerta di apertura a Mo’Nique sia stata giusta, motivo per cui dovremo combattere questa causa.”
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