Uno dei risvolti positivi del COVID-19 è stata l’impennata nelle vendite di letteratura per l’infanzia, sebbene i libri di Harry Potter non abbiano partecipato a questo trend. NPD BookScan ha riportato una percentuale del 31,4% nell’aumento delle stampe durante il mese di giugno, mentre le opere di J.K. Rowling sono aumentate solo del 10,9%, di cui il 7,7% è la saga di Harry Potter. Questo stallo nella vendita dei prodotti del franchise è stato direttamente correlato alle dichiarazioni sulle persone transessuali fatte dall’autrice, che sono subito stati contrastati dall’intero cast della saga di HP e di Animali Fantastici, nonché dai maggiori fansite.
Correlazione ovvia, anche se numericamente non dimostrabile al 100%, se non per il confronto che si può fare con le rendite annuali delle pubblicazioni di Harry Potter, che nello stesso periodo nel 2019 avevano registrato un aumento del 35,2%. Non solo: all’inizio della pandemia in marzo e fino a giugno, le stampe delle opere di J.K. Rowling erano in costante aumento, raggiungendo un ottimo 26,5%, come riporta Variety. Kristen McLean, analista e direttore e esecutivo in NPD Group, ha dichiarato riguardo al caso Rowling:
“Le performance delle pubblicazioni di Rowling rispetto al resto del mercato, soprattutto rispetto allo stesso frangente nel 2019, che era davvero consistente, sono in calo e sta perdendo i due terzi del mercato di riferimento.”
In termini economici, le perdite che il franchise di Harry Potter e delle opere di J.K. Rowling stanno riscontrando, stanno registrando una perdita mondiale di 1.7 milioni di dollari per la letteratura a firma JKR non dedicata al maghetto, che ne avrebbe guadagnati invece 2. Le analisi condotte da BookScan non includono gli eBooks, le vendite nelle librerie e quelle dirette degli editori, ma è un indicatore di mercato alquanto affidabile e sufficiente per immaginare su larga scala quanto le dichiarazioni dell’autrice abbiano influito sullo scarso rendimento delle sue opere a livello mondiale.
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