
A prendere di punta Quentin Tarantino stavolta ci pensa lo sceneggiatore Premio Oscar per 12 Anni Schiavo John Ridley. Pietra dello scandalo l’utilizzo doloroso e irritante della n-word [negro, ndr.] nei suoi film. La critica di Ridley non è l’ultima che arriva alle produzioni tarantiniane, da sempre criticate per essere dei piccoli manifesti sulla discriminazione. Stando a quanto avrebbe dichiarato alla PA News Agency, Quentin Tarantino agirebbe secondo diletto personale:
“In qualche modo utilizza quella parola perché gli fa piacere usarla, non è mai solo circoscritta a delle situazioni specifica. Viene detta tanto per esser detta. È doloroso e irritante. Allo stesso tempo però non direi mai di non usare quel termine.”
Quentin Tarantino non ha risposto pubblicamente alle osservazioni di John Ridley, ma un dibattito sull’uso della n-word nei film è riemerso durante il clima di protesta a livello nazionale, mentre il paese è impegnato a combattere il razzismo sistematico e la brutalità della polizia sulle minoranze. Dibattito che trova manforte dai dati raccolti dal Dallas Observer, che ha stimato un uso della parola negro nei film di Tarantino pari ad almeno 214 volte, più di venti a film. I detrattori di Tarantino si sono di volta in volta susseguiti negli anni, ma nessuno è stato critico quanto Spike Lee, che nel 1997 dichiarò all’Independent:
“Ho un serio problema con l’utilizzo che Quentin Tarantino fa della n-word nei suoi film. Credo che ci sia qualcosa che non vada in lui, è fissato con quella parola, la mette ovunque. Ne sembra infatuato, cosa vuole? Essere un membro onorario della comunità nera?
Voglio che Quentin Tarantino sappia che tutti gli afroamericani non pensano che questa parola sia trendy o elegante. Dice di essere cresciuto con i film Blaxploitation e che erano i suoi preferiti, ma deve rendersi conto che quei racconti non parlano dell’esperienza afroamericana. È semplicemente un uomo stupido.”
Quando Django Unchained uscì al cinema, Lee non fu meno aspro, criticando il film dicendo che la schiavitù non è stata uno spaghetti western e che offendeva tutti i suoi antenati. Critiche che comunque non hanno negato a Quentin Tarantino il sostegno di diversi attori afroamericani come Jamie Foxx e Samuel L. Jackson, che nel complesso hanno definito le critiche mosse alle scelte narrative del regista delle mere s*******e. Che il Black Lives Matter sia l’ennesimo pretesto per i detrattori di Tarantino di tirarlo in mezzo a qualsiasi bufera che possa travolgerlo? Gli elementi ci sono tutti. Potrebbe infatti non essere un caso che John Ridley sia lo stesso che ha mosso le già famose critiche a Via col Vento, sostenendo che dovesse essere ritirato da HBO Max.
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