
Se c’è un regista estremamente sottovalutato ma autore di classici senza tempo, di sicuro, porta il nome di Frank Darabont. Il cineasta, infatti, ha trasposto sul grande schermo ben tre opere di Stephen King e, nel corso del tempo, i suoi lavori si sono affermati come alcuni dei migliori adattamenti dai romanzi e i racconti dello scrittore del Maine. Le ali della libertà, Il miglio verde e The Mist sono film molto diversi tra loro – quanto meno, i primi due sono grandi produzioni di serie A, mentre il terzo è una sorta di ottimo B-movie – ma, insieme a Stand by me e pochi altri vengono ricordati, come già detto, tra i migliori film tratti dalla produzione di Stephen King. Dal 2010 al 2011, tra l’altro, Darabont è stato anche showrunner di The Walking Dead. Soffermiamoci, adesso, su Il miglio verde.
Il miglio verde
Il titolo diretto da Frank Darabont nel 1999 vanta un attore (Tom Hanks) adorato dal pubblico e al culmine della fama durante quegli anni. Tutto il cast di attori, comunque, è di primo livello e include i nomi di Michael Clarke Duncan, David Morse, Bonnie Hunt, James Cromwell, Sam Rockwell, Harry Dean Stanton e Gary Sinise. Come da tradizione per le opere di King, il racconto parte da una situazione ordinaria e prende in considerazione lo straordinario che ne mina le basi e contamina progressivamente la realtà. Il film è caratterizzato da un grande trasposto emotivo e, con il suo classicismo, non potrà lasciarvi indifferenti.
The Mist e il cuore nero degli uomini
The Mist, invece, è arrivato su grande schermo nel 2007 e, come si diceva, è un B-movie ambientato all’interno di un supermercato, nel quale gli abitanti di una piccola comunità locale si sono asserragliati per affrontare strani e titanici mostri provenienti da un’inquietante nebbia che ha avvolto i dintorni. Dopo Shining, si conferma la regola che sostiene che i migliori adattamenti da King siano quelli che hanno violato il testo di partenza.
Anche il film di Darabont, infatti, presenta diverse differenze nei confronti del racconto tratto da Scheletri, terza silloge pubblicata dal Re. Il materiale di partenza, infatti, è preso in considerazione dal regista semplicemente per concentrarsi su un altrove che, badate bene, non riguarda l’origine delle creature lovecraftiane ma l’interno del supermercato. A divenire un piccolo universo a sè stante, infatti, sarà proprio questo non-luogo romeriano, all’interno del quale le persone daranno vita ad uno stato di natura, in cui vige la regola ferrea del tutti contro tutti.
Il mondo esterno si chiude in sè stesso e i suoi orrori contaminano l’universo casalingo. La nebbia, infatti, vela gli occhi, il cervello e il cuore degli uomini e rivela il loro cuore oscuro e l’impossibilità di guardare veramente alle cose. Tutto è nichilismo e le distanze tra le persone risultano ormai essere incolmabili. Senza se e senza ma, The Mist è uno dei film più duri e personali tratti da Stephen King.
Le ali della libertà e la primavera della speranza
Infine, arriva la ciliegina sulla torta. Le ali della libertà è il primo film per il cinema diretto da Frank Darabont ed è arrivato in sala nell’ormai lontano 1994. Il progetto è tratto da L’eterna primavera della speranza-Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank, racconto incluso nella raccolta Stagioni diverse, la terza pubblicata da King. Tra l’altro, la silloge ha fornito al cinema anche il materiale di partenza per la realizzazione de L’allievo e di Stand by me-Ricordo di un’estate. Le ali della libertà non è soltanto uno dei più riusciti adattamenti tratti dalle opere di Stephen King ma anche il miglior film di sempre a detta degli utenti di IMDB.
Il progetto racconta la storia di Andy Dufresne (interpretato da Tim Robbins), vicedirettore di una banca di Portland condannato a due ergastoli per l’omicidio della moglie e del suo amante. Nonostante tutto, però, Dufresne continua sempre a dichiararsi innocente ed estraneo ai fatti. Durante la sua detenzione, l’uomo fa la conoscenza di Red (interpretato da Morgan Freeman), responsabile del contrabbando a Shawshank. Sebbene Le ali della libertà sia considerato uno dei migliori titoli di tutti i tempi, all’epoca della sua distribuzione cinematografica, le recensioni non parlarono molto bene del film, che ottenne la giusta attenzione dal comitato degli Academy Awards senza, però, portare a casa alcuna statuetta. Nel corso degli anni, poi, il film avrebbe riscattato il flop di pubblico in sala attraverso noleggio e home-video.
Quali sono i motivi, allora, che continuano a rendere Le ali della libertà come il film più amato di sempre dagli utenti di IMDB? Sicuramente, la sua altissima qualità sul versante artistico è un elemento fondamentale. Il cast è di primo livello, così come il comparto tecnico (che annovera anche Roger Deakins alla direzione della fotografia). La narrazione è guidata da personaggi ben sviluppati. Persino quelli secondari contribuiscono all’appeal del racconto. La domanda che ci poniamo è la seguente: è davvero possibile che un film dal successo scadente al box-office e che non abbia vinto nemmeno un Oscar possa essere considerato come il più amato di tutti i tempi? C’è altro oltre la tecnica?
Senza dubbio, sono tanti i fattori che hanno consentito al film di Frank Darabont di conquistare tale nomea. Innanzitutto, Le ali della libertà non è legato soltanto ad un genere ma riesce a miscelare gli elementi del thriller, del crime, del poliziesco con la commedia. Un tale incrocio non è riuscito ad altri titoli che hanno fatto incetta di Oscar. Il Padrino-Parte I e Parte II sono due capolavori ma sono strettamente legati al genere gangster.
Titoli quali Quarto Potere e La parola ai giurati sono in bianco e nero e non è detto che riescano ad attrarre un pubblico ampio. La stessa cosa si può dire relativamente a Pulp Fiction, rivolto ad un pubblico indie a causa dei suoi salti temporali. A sua volta, Il cavaliere oscuro ha come target principale un pubblico con una minima conoscenza del mondo dei supereroi. Il Signore degli Anelli-Il Ritorno del Re, poi, porta in scena un mondo fantastico che, per molto, potrebbe risultare non digeribile. Infine, Schindler’s List non è un film leggero a cui è facile affezionarsi.
La storia raccontata da Le ali della libertà parla di giustizia, speranza, amicizia, libertà e umanità e riesce, in quanto tale e considerando l’universalità delle tematiche, ad attrarre un pubblico quanto più ampio possibile. Molti altri film nella classifica di IMDB contano su effetti speciali, sono sequel o prequel ma in pochi sono dotati della stessa carica di umanità che caratterizza questo capolavoro di Frank Darabont.
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