Il film da quarantena di cui parliamo oggi è il numero settanta. L’ultimo, ma non il meno importante. Abbiamo iniziato questo ciclo di consigli più di due mesi fa, quando venne istituita la zona rossa in Lombardia, e dalla filosofia di The Truman Show siamo arrivati a quella di un survival movie che non poteva chiudere meglio questo ciclo di consigli, essendo basato sul principio della vita che prosegue lasciandosi però qualcosa alle spalle. Cast Away  – disponibile su Prime Video – è perfetto per diversi motivi: il primo, perché lo abbiamo visto tutti o quanto meno ne conosciamo la celebre scena dell’addio all’amico immaginario; secondo, perché ripercorre tutte le tappe della sopravvivenza dell’Uomo sulla Terra, fino al momento in cui vuole sapere cosa c’è oltre l’orizzonte.

Esattamente come succederà a noi tra il 18 maggio e il primo giugno, dovremo riabituarci alla luce del Sole, al contatto umano, ma sopratutto alla riscoperta abitudine della normalità. Leggendo le notizie sugli irresponsabili dei Navigli o dei bagnanti meridionali non ci sembra poi così impossibile riprendere a vivere, ma non dobbiamo sottovalutare l’aspetto più importante della ripartenza, che il film da quarantena spiega meravigliosamente: per andare avanti dobbiamo lasciarci qualcosa indietro. Cosa sarà come individui e come cittadini spetta a noi. Ciò che è indubbio è l’urgente stato di necessità di vivere in sintonia e in pace col prossimo, mettendo ordine nella nostra psicologia, per accettare che il mondo deve andare avanti in un certo modo e non deve essere quello delle differenze. Come dice il protagonista di Cast Away:

E adesso so cosa devo fare: devo continuare a respirare perché domani il sole sorgerà e chissà la marea cosa può portare.

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