Quando il Governo Conte annunciò le misure più stringenti della quarantena, oramai due mesi fa, erano previste anche delle restrizioni sul gioco d’azzardo e le scommesse online. Le lotterie demaniali e private erano sospese il che ha suscitato alcune preoccupazioni per una categoria che nel marasma generale è passata in ultimo piano: i malati del gioco. Sono ancora assenti le storie su cosa questo soggetti patologici hanno passato durante la Fase 1 e a tempo debito ci si aspetta di scoprirne di davvero dolorose. Per chi, in maniera più generalista, ritenga che la patologia non fosse da tutelare durante la quarantena, suggeriamo un film da quarantena che racconta esattamente il dramma che i giocatori vivono.
Disponibile su Netflix, Febbre da Cavallo è sia un capolavoro della comicità italiana anni ’80 che uno spaccato sui giocatori d’azzardo che ancora oggi ci fa ridere, ci disgusta e allo stesso tempo smuove le coscienze. I protagonisti del racconto sono degli accaniti – oggi definibili come patologici – che pur di scommettere una lira impegnerebbero perfino la madre. Tra una peripezia e l’altra si ritrovano costantemente senza soldi, inseguiti dagli aguzzini e perfino uno contro l’altro, in un tessuto di eventi che ce li fanno stare simpatici, ma ne risaltano la tragedia psicologica, totalmente assoggettata alle dinamiche del gioco. Se già lo si conosce, il film da quarantena di oggi vale comunque la pena rivederlo un po’ per ridere, un po’ per immedesimarsi in questi dimenticati di oggi.
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