
Con l’Inghilterra in piena crisi economico sanitaria per via del Coronavirus, era da aspettarsi che anche le alte cariche dello Stato sarebbero presto o tardi risultate positive al contagio. È quello che è successo all’interno della famiglia reale britannica, col Principe Carlo che si registra come primo caso di sangue blu inglese positivo al COVID-19. In una dichiarazione ufficiale, Clarence House ha dichiarato che il Principe Carlo ha mostrato alcuni sintomi della malattia, ma che rimane in buona salute e perennemente attivo nelle sue attività lavorative quotidiane, che svolge da casa.
La moglie Camilla, Duchessa di Cornovaglia, è stata a sua volta testata, ma è risultata negativa. La coppia è ora in auto isolamento nella residenza del Castello di Balmoral, in Scozia. Una notizia di questo tipo non può che condurre il pensiero alla prima conclusione istintiva: che la Regina Elisabetta sia anch’essa positiva? Domanda che attualmente ha sostegno solo tra le voci di corridoio e che fomenta le tanto insistenti chiacchiere metropolitane su cosa potrebbe ad oggi causare il decesso della sovrana, divenuta leggendaria in tutto il mondo per essere sopravvissuta a chiunque e a qualsiasi cosa.
Col Principe Carlo positivo al Coronavirus, ci si aspetta che Boris Johnson sia ora molto più rigido nella gestione della popolazione isolana, essendo stato impegnato in numerose campagne contraddittorie in cui ha spesso sostenuto la negligenza, in altre una doverosa attenzione per i cittadini. Una cosa è certa: se il Regno Unito non si attrezza come altri modelli europei – in particolare quello italiano, che sta facendo da esempio per tutto il mondo – non dovremo sorprenderci quando isterie come l’immunità di gregge non avranno funzionato.
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