Pierre Lescure, presidente del Festival di Cannes, ha rilasciato una dichiarazione a Le Figaro, riguardo le intenzioni del direttivo della manifestazione nei confronti del Coronavirus. Da quanto si evince, Lescure è intenzionato a cancellare preventivamente il Festival nel caso in cui la diffusione del COVID-19 dovesse peggiorare, cosa che molto probabilmente accadrà, visto il ritardo con cui la Francia sta gestendo l’emergenza, sebbene il governo abbia optato lo scorso 8 marzo per bloccare tutte le manifestazioni pubbliche con più di mille partecipanti. Lescure ha così commentato la notizia:
Rimaniamo comunque ragionevolmente ottimisti, nella speranza che il picco epidemico sarà raggiunto alla fine di marzo e che con aprile si inizi a sentire la prima brezza d’aria fresca. Non siamo comunque ignari di ciò che sta accadendo, se serve, annulleremo il Festival di Cannes.
Lescure ha anche fornito a Variety un rapporto in cui confermava che il Festival di Cannes aveva rifiutato un’assicurazione in caso di pandemia. Come ha spiegato lui stesso, l’offerta gli era stata fatta dieci giorni fa ed era totalmente sproporzionata. Consisteva in una copertura di 2 milioni di Euro, quando l’intero budget del Festival di Cannes ammonta a 32. Insomma, noccioline, come le ha definite lo stesso Lescure, che ha accusato l’assicurazione di giocare al cacciatore di taglie.
Mentre una cancellazione del Festival di Cannes 2020 non dovrebbe devastare le finanze della manifestazione, avrebbe delle sicure ripercussioni sull’industria filmica internazionale. Come aveva spiegato IndieWire, la cancellazione del Festival di Cannes avrebbe un impatto negativo su tutti i livelli dell’industria dello spettacolo. Mentre la manifestazione fa da vetrina per poche premiere, il Marche è una piattaforma fondamentale per il mercato distributivo e una sua assenza causerebbe un effetto domino negativo in tutto il mondo. Si tratta di un impatto sul boxoffice che se negli USA è irrilevante, nel resto del mondo è esplosivo.
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