Un mercato collaterale a quello dell’intrattenimento, e da cui il cinema prende oramai la più ampia fonte di ispirazione, è quello dei fumetti, che deve per forza fare i conti con l’emergenza Coronavirus. La Diamond Comic Distributors, che si occupa della maggior fetta di distribuzione degli albi, ha chiesto pubblicamente agli editori di non mandargli nuovo materiale, perché non intendono rifornire i negozi di fumetti a causa della pandemia. Una mazzata pesante quanto un meteorite, che cade dritta sulla testa di uno dei più amati e redditizi settori dell’editoria.

Per far comprendere la portata della decisione della Diamond Comic Distributors, basta pensare che si occupa della distribuzione diretta di Marvel, DC, Dark Horse, Image, Boom! Dynamite e IDW, che ora non sanno che pesci prendere per rifornire gli scaffali dei venditori. La scelta arriva sulla scia delle più recenti restrizioni avvenute in Stati come la California, in cui si sta pian piano attuando il modello italiano di mantenere operative solo le attività economiche strettamente necessarie.

Come riporta BleedingCool, la scelta della Diamond Comic Distributors metterà in ginocchio una grande porzione del mercato, compresa anche buona parte del merchandise collaterale ai fumetti. Si tratta quindi di una corsa contro il tempo prima che tale decisione paralizzi definitivamente gli approvvigionamenti, con le case editrici principali che stanno cercando di capire come mandare le ultime stampe in vendita nei negozi specializzati. Si tratta di una perdita di introiti che solo al momento della dichiarazione di DCD ha registrato 500 milioni di dollari.

La mossa più probabile, sia da parte di Marvel che di DC – che da sole possono ritenersi i leader del settore – è una vendita online su piattaforme come Comixology, seguendo il trend che sta caratterizzando anche i distributori cinematografici. La domanda assillante ha però una risposta piuttosto retorica: a differenza del cinema, i fumetti possono affrontare una crisi del genere? Molto probabilmente no, e le ragioni sono del tutto materiali – il fumetto lo tocchi, il film lo guardi, senza contare il contraccolpo che subiranno i negozi di fumetti.

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