
Nel 2017, Gli ultimi Jedi mandò gran parte dei fan su tutte le furie, a causa delle scelte di Rian Johnson nella gestione di Luke Skywalker. In esilio, il figlio di Anakin ha rinnegato l’Ordine e si è chiuso alla Forza dopo aver affrontato nuovamente la dualità di Lato Chiaro e Lato Oscuro, finendo per cedere definitivamente alla visione cinica delle due fazioni. Star Wars era a un punto di rottura, vedendo un personaggio come Luke mettere in discussione anni di studi della Forza, arrivando a dire che gli insegnamenti degli Jedi fossero errati, che l’Ordine fosse ignorante e complice della creazione di Darth Vader.
Sebbene ciò avesse sconvolto molti dei fan di Star Wars, questa scelta narrativa – seppur traumatica e poco strutturata – era perfettamente in linea con quanto visto durante le trilogie originale e prequel di George Lucas. In questi sei film infatti, il Lato Chiaro di Star Wars si è ritenuto una forza benigna, ma non si è accorto in tempo che il dogma era controverso e la sua attuazione soffocante, al punto da commettere degli errori sfociati nell’Ordine 66. Nonostante questo, Star Wars: l’ascesa di Skywalker ci mostra una Rey in cerca della guida degli Jedi, mancando il punto che George Lucas cercava di raggiungere sin dall’inizio.
Le idee di Lucas nella prima trilogia
Quando Luke Skywalker scopre di essere il figlio di un ex Cavaliere Jedi, ricerca in Obi-Wan Kenobi e in Yoda i maestri che possano guidarlo nelle vie della Forza. Durante questi addestramenti però, entrambi gli insegnanti – in un certo senso – manipolano e fuorviano il ragazzo. Obi-Wan per primo, pur iniziando Luke all’addestramento, tralascia volutamente delle informazioni chiave legate al coinvolgimento degli Jedi nell’attuale stato politico della Galassia.
Ben, perché non me l’hai detto?
Kenobi impartisce a Luke la lezione che fa da cardine nella narrazione di Star Wars, ossia che Vader avesse ucciso suo padre Anakin e non che avesse ceduto al Lato Oscuro. Il mantenimento di questo segreto, condito da una versione diversa dalla realtà, è una grave mancanza di fiducia, simile a quella tra Anakin e l’Ordine Jedi. Poi, L’Impero colpisce ancora inserisce Yoda, che completa l’addestramento di Luke ma non fa alcuno sforzo per correggere le mancanze di Kenobi.
Infine, ne Il ritorno dello Jedi, entrambi i maestri di Star Wars continuano imperterriti a sostenere la compromissione irreversibile di Anakin; non solo, dicono a Luke che deve uccidere il padre. Il giovane però respinge completamente questa verità ed è proprio appellandosi al passato Jedi di suo padre che Luke stesso non cede al Lato Oscuro, riscattando gli Skywalker. Tutto ciò era imprevedibile e impensabile per Yoda e Kenobi e il successo di Luke, unito ai fallimenti dell’Ordine Jedi, vengono poi approfonditi ne Gli ultimi Jedi.
Nei prequel e in Star Wars: Ep. VIII
Nei prequel di Star Wars invece si assiste in prima persona agli eventi che hanno portato alla creazione di Darth Vader. Anakin viene accolto dall’Ordine, fuggendo dalla schiavitù, ma lasciando la madre su Tatooine. Il suo addestramento viene affidato a Kenobi, anch’egli giovane e con pochissima esperienza e quindi inadatto a guidare Skywalker. Lo stesso Ordine era difettoso: gli insegnamenti erano quelli degli osservatori fondamentalisti di un credo, che puntavano prima di ogni cosa alla repressione emotiva dei padawan. Fatto questo che non ha aiutato Anakin a superare il trauma della madre.
Dire che se lo Jedi muore, la luce muore, è pura vanità.
Lucas ha argomentato Star Wars affinché l’Ordine fosse messo in discussione, sottolineando i loro fallimenti in maniera specifica. Uno di questi era la convinzione che attraverso l’emotività si raggiungesse esclusivamente il caos, motivo per cui andasse repressa. Ciò andava in contrasto con la natura di Anakin, pieno di rabbia per gli abusi subiti – e che stava subendo. Senza gli strumenti per gestire la propria rabbia, Skywalker si scontra contro una ferrea regola Jedi, quella dei legami sentimentali, che sono proibiti.
La sua relazione con Padmé era una violazione del codice e Anakin si ritrovò confuso, da solo contro un Ordine che lo trattava in maniera infantile. Terreno fertile per Palpatine, che sappiamo cosa riuscì a creare proprio grazie a Vader. Un ulteriore passo avanti venne poi fatto ne Gli ultimi Jedi, dove Luke si impegna a far finire gli Jedi con la sua morte. Questa scelta è alquanto drammatica ed edificante, poiché viene compiuta in maniera assolutista proprio come agivano gli Jedi della Repubblica, ma costringe il protagonista di Star Wars ad accettare il suo fallimento come insegnante, imparando così qualcosa che l’Ordine non aveva mai considerato.
Il tracollo di Star Wars: Ep. IX
L’ascesa di Skywalker inizia con Rey Palpatine in cerca della guida degli Jedi defunti, finendo per ricevere il loro sostegno sconfiggendo l’Imperatore. Mentre il desiderio di Rey di apprendere di più sulla Forza, cercando il sostegno della Luce, sia pienamente sensato, il desiderio di Abrams di deificare gli Jedi è in pieno contrasto con quanto costruito da Lucas e Johnson. Trasformare questi Force Users in un gruppo di spiriti illuminati dalla virtù in grado di aiutare Rey nel momento del bisogno, in un certo senso riabilita la loro pessima eredità.
Io sono tutti i Sith!
E io sono tutti gli Jedi!
Gli Jedi, nonostante le loro buone intenzioni, non erano affatto perfetti e alcune delle loro azioni portarono alla caduta di uno dei più potenti nella Forza. L’ultimo capitolo di Star Wars li usa perfino in continuo contrasto col Lato Oscuro, poiché lo scontro finale si risolve in una lotta tra tutti i Sith e tutti gli Jedi, ancora una volta dipinti con un ductus assolutista di bene e male, invece che con le sfumature desiderate da Lucas, decisamente più filosofiche e coerenti col messaggio della saga.
Ep. IX tenta di compiacere i fan dando loro un’idea semplificata di ciò che dovrebbe essere Star Wars in senso classico, tratteggiando una rielezione superficiale e approssimativa degli Jedi a casta eroica all’interno dell’universo narrativo. Il modo in cui ciò avviene indebolisce retroattivamente anche questo aspetto di Star Wars – oltre che una serie innumerevole di altri temi – tra i più coerenti ed apprezzati nel franchise, ovvero i fallimenti morali dell’Ordine Jedi. L’implicita definizione degli Jedi come i buoni della saga semplifica uno degli elementi più complessi e stratificati voluti da Lucas – probabilmente proprio il migliore.
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