Il 4 dicembre scorso si è svolta, nella biblioteca Vaticana, la proiezione di A Hidden Life di Terrence Malick, con la partecipazione del grande maestro americano. Il film era stato precedentemente presentato al festival di Cannes e sta uscendo in queste settimane in tutto il mondo. Malick traspone al cinema la biografia di un personaggio esistito. Si tratta di un obiettore di coscienza, condannato a morte dai nazisti nell’agosto del 1943, perché si rifiutò di combattere e poi beatificato nel 2007 dalla Chiesa Cattolica. Il risultato è un film quasi perfetto, dove il racconto non ha i tratti esplicativi e tranquillizzanti delle biografie tanto in voga di oggi.
Malick ci parla di un tema attuale e affascinante: il libero arbitrio. Ovvero, della scelta individuale e ostinata, che si inserisce negli ingranaggi della storia dei regimi totalitari del secolo scorso, per incepparne il meccanismo.
Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero delle comunicazioni, ha presentato il film dicendo: “Ringraziamo Terrence Malick per essere qui e condividere questo momento con noi. La narrazione del film è allo stesso tempo bella e terribile. Questa è una sfida perché siamo portati ad affrontare le nostre anime, le nostre coscienze, le nostre paure, la nostra dimenticanza ed il nostro eludere le responsabilità. La narrazione ribalta la retorica dell’eroismo, perché racconta di un eroe nascosto, in un film che parla di amore, coerenza, morte e risurrezione. Racconta di quanto sia importante conservare i nostri ricordi e raccontarli con tanta bellezza. “
Il film è la testimonianza anche dell’ultima apparizione sul grande schermo di Bruno Ganz, venuto a mancare lo scorso febbraio, nel ruolo di un ufficiale nazista. Al suo fianco l’attore Michael Nyqvist, anch’esso morto nel giugno 2017. A Hidden Life, entra così a far parte di un elenco di pellicole molto particolare. Parliamo di quei lungometraggi che hanno guadagnato il sigillo di approvazione della Santa Sede a 60 anni esatti dalla nascita della Filmoteca Vaticana.
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