Molto spesso, il cinema hollywoodiano e non solo è improntato sulla eterna dicotomia tra bene e male. Dunque appare piuttosto semplice: il pubblico fa sempre il tifo per il buono mentre disprezza il cattivo, giusto? Macché, non scherziamo. La realtà è invero molto più complicata e sfaccettata di così, e i fruitori delle sale cinematografiche si ritrovano sempre più spesso a fare il tifo per i villain, i cattivi ragazzi, gli antagonisti. Ma perché siamo così attratti dal lato oscuro?
Potrebbe essere perché, guardando nelle profondità delle motivazioni di questi villain, riusciamo a vederne la vera natura e focalizzarci sui loro lati migliori. In effetti, pensandoci bene, ci sono molti cattivi “buoni”, resi cinici e crudeli dalle vicissitudini della vita. E proprio queste ultime potrebbero essere la molla che fa scattare dentro di noi una sorta di empatia nei loro confronti. Spesso la differenza tra un buono e un cattivo sta tutta in una sola giornata andata storta, dopotutto.
Oltre a ciò, i villain sono generalmente devoti ad una causa. Sono appassionati come nessuno, e la passione è certamente una nobile qualità. Si rivelano spesso essere come un duro e profondo sguardo nella verità della natura umana, e ci mostrano le imperfezioni della nostra specie. Oppure, semplicemente, sono solo più interessanti dei buoni? Qualunque sia la ragione, il punto è che ne siamo attratti. Ecco dunque una lista di film che ci hanno fatto amare i villain quanto o più dei protagonisti.
Clyde Shelton – Giustizia Privata
Probabilmente, questo è in assoluto il più fulgido e lampante esempio di quanto scritto sopra. Appare infatti estremamente difficile, quasi impossibile, non ritrovarsi ad essere dalla parte del personaggio interpretato da Gerard Butler (che peraltro da allora ha indovinato pochissimi altri film). Grazie all’interpretazione di quest’ultimo e ad una regia ansiogena e perfettamente degna di un thriller, non si può non empatizzare con un padre che, vistosi negare giustizia per l’uccisione e stupro di moglie e figlia, decide di iniziare una personalissima e sanguinolenta guerra contro il sistema giudiziario. Per il resto, è vero, la violenza e l’omicidio non sono mai la soluzione, ma possiamo davvero biasimarlo per le sue azioni?
A quanto pare, le lezioni che non si imparano col sangue si dimenticano.
Oltre a questo, bisogna aggiungere che la genialità dei suoi piani di assassinio è davvero superlativa, e non si può far altro che ammirarla. La sua non è quindi solamente furia cieca, ma freddo calcolo e precisa organizzazione.
Keyser Söze – I soliti sospetti
I Soliti Sospetti segue l’interrogatorio di Roger Verbal Kint (Kevin Spacey), testimone oculare di un massacro avvenuto al porto di Los Angeles in una faida tra bande. Kint racconta nel dettaglio l’intricatissima storia che ha portato alla sparatoria, nonché di un mitologico e pericoloso boss della mafia, Keyser Söze, che lo avrebbe commissionato. Il film è in breve tempo divenuto un cult, grazie ad uno dei plot twist più famosi ed inaspettati della storia del cinema.
Il più grande inganno del Diavolo è stato convincere il mondo che lui non esiste.
Keyser è spesso inserito nelle liste di villain più apprezzate della cinematografia, grazie alla sua ambiguità, e al fatto che per gran parte del film lo spettatore è indotto a pensare che egli nemmeno esista. Spesso viene perfino utilizzato per valutare i villain moderni: quanto sono scaltri rispetto a Keyser Söze?
Tony Montana – Scarface
Remake dell’omonimo film del 1932, Scarface fu scritto da Oliver Stone e diretto da Brian De Palma. Narra la storia di Tony Montana, rifugiato politico cubano che diventa un signore della droga uccidendo chiunque si metta sulla propria strada. A dispetto del successo finanziario del film, i critici lo affossarono, definendolo troppo violento e sboccato. Ad ogni modo, negli anni la qualità della pellicola è stata poi riconosciuta, così come il valore del personaggio interpretato da un magistrale Al Pacino. Parlavamo in precedenza del fatto che la dedizione ad una causa sia uno degli elementi più intriganti di un villain. Ecco, non esiste un villain più devoto alla propria causa di Tony Montana.
Determinato ad emanciparsi dalla povertà ed avere successo nella vita, si dedica anima e corpo al suo obiettivo, diventando ricco e potente. Non solo la sua passione è incontestabile: Tony osa fare ciò che altri pensano soltanto. In uno dei passaggi più significativi del film, afferma che il mondo ha in realtà bisogno di persone come lui, perché gli altri possano sentirsi migliori.
Voi non avete le palle di essere ciò che volete. Voi avete bisogno di quelli come me, per poter puntare le vostre fo**ute dita e dire ‘ecco l’uomo cattivo’.
Tyler Durden – Fight Club
Basato sul romanzo omonimo del 1996 di Chuck Palahniuk, Fight Club segue un protagonista senza nome (Edward Norton), al quale si riferisce come narratore, disilluso dalla vita e sofferente di insonnia. Conoscerà un grossista di sapone di nome Tyler Durden, il quale lo porterà ad uscire dal guscio e fondare un fight club con regole restrittive e severe, che si trasformerà presto in una pericolosa setta terroristica. La relazione tra il narratore e Tyler Durden diventerà più complicata quando Marla Singer entrerà nelle loro vite, portandoli a scoprire un incredibile segreto.
Al diavolo la dannazione e la redenzione, siamo i figli indesiderati di Dio? E così sia!
All’uscita del film, Fight Club di David Fincher fu considerato un totale insuccesso di critica e pubblico. Comunque, successivamente è diventato un film di culto, riuscendo a rientrare dai costi grazie alle vendite home video. Il motivo principale del successo del film, oltre al fatto di esplicitare un disagio generazionale piuttosto diffuso, sta proprio nell’intricatissima personalità del protagonista – antagonista, oltre al carisma che emana, grazie principalmente all’interpretazione magistrale di Brad Pitt.
Jack Sparrow – Pirati dei Caraibi
Davvero c’è bisogno di spiegare perché è impossibile non fare il tifo per Jack Sparrow? Lo stravagante pirata interpretato dal perfetto Johnny Depp è un bugiardo, infido, traditore, ladro… ma ha anche dei difetti! Non si può non apprezzare il suo essere così istrionico e stralunato, oltre alla sua contorta moralità, che ogni tanto si palesa.
Signori, milady, ricorderete questo giorno come il giorno in cui avete quasi catturato Capitan Jack Sparrow!
Non è però l’unico villain interessante della saga, che ha fatto dei cattivi il proprio punto di forza. Come non citare il doppiogiochista Barbossa, il terribile Davy Jones o il luciferino Sao Feng?
Temi la morte? Temi l’idea dell’oscuro abisso? Ogni tua azione scoperta, ogni tuo peccato, punito! Io ti posso offrire uno scampo. (Davy Jones, Pirati dei Caraibi: La maledizione del forziere fantasma)
E a cercare di domarli tutti, l’elegante e crudele Lord Cutlen Beckett della Compagnia delle Indie. Insomma, una enorme orda di antagonisti pronti a farsi la pelle da un momento all’altro. Come si può non amarli?
La famiglia Bondurant – Lawless
Il cast d’eccezione di Lawless (Tom Hardy, Shia LaBeouf, Jason Clarke, Guy Pearce e Jessica Chastain) narra le vicende della famiglia Bondurant ai tempi del proibizionismo. Dopo aver passato anni a vendere liquore illegale nel loro piccolo paese, col benestare dello sceriffo, in città arriva un nuovo procuratore distrettuale, che per chiudere un occhio chiede una pesante tangente. I fratelli, guidati dal durissimo e taciturno Forrest (Tom Hardy) sono gli unici ad opporsi a lui e al suo mastino Charlie Rakes (Guy Pearce).
Noi siamo dei sopravvissuti. Noi controlliamo la paura, perchè senza la paura saremmo già morti da un pezzo. (Forrest Bondurant)
Nella guerra che segue non si può fare a meno di fare il tifo per i tre fratelli, dei quali vengono raccontate anche le vicende personali più intime e dolorose e i cui caratteri vengono approfonditi esemplarmente, in un film davvero coinvolgente ed emozionante, proprio grazie a questi tre villain, o presunti tali.
Il colonnello McCullogh – War – Il Pianeta delle Scimmie
Purtroppo, in un’epoca in cui la Disney e l’MCU la fanno da padrone, altre piccole e grandi saghe vengono ingiustamente sottovalutate, schiacciate nel tritacarne del marketing del topo dalle grandi orecchie. Una di queste è la trilogia del Pianeta delle Scimmie, davvero ben fatta e meritevole di attenzione. In particolare, il film che ha terminato le gesta della scimmia Cesare (Andy Serkis) e dei suoi compagni, ci ha offerto uno dei migliori villain di sempre, a nostro giudizio, ovvero il colonnello McCullogh, interpretato da un ottimo Woody Harrelson.
L’intento del personaggio è mostrare l’estremo inasprimento degli umani sopravvissuti al virus delle scimmie, che mentre ha reso queste ultime più intelligenti, ci ha fatti diventare molto più cinici e crudeli, come già mostrato in parte nel film precedente grazie a Gary Oldman. Essendo ridotti a pochi manipoli di uomini e “braccati” da un’epidemia che non riescono a controllare, gli esseri umani uccidono qualunque cosa sia sulla propria strada, considerando un nemico chiunque sia diverso da loro. Si tratta dell’epopea di una civiltà che si isola in sé stessa e chiude la porta verso gli altri, cercando di risolvere i problemi con la mera forza fisica.
Ci sono momenti in cui è necessario abbandonare la nostra umanità, per salvarla.
La psiche di questo antagonista folle e vagamente kurtziano viene poi approfondita molto bene a livello registico, attoriale e di sceneggiatura, riuscendo a mostrarne le motivazioni. La nuova epidemia, infatti, aveva costretto il Colonnello a giustiziare il proprio figlio, al fine di imporre una quarantena. Quando alcuni dei suoi uomini si erano rifiutati di fare lo stesso con i loro commilitoni ammalati, egli non si era fatto scrupolo ad ucciderli tutti, andando perfino contro i propri superiori e determinando, infine, il crollo della nostra razza.
Roy Batty – Blade Runner
Risulta difficile trovare qualcosa di nuovo o diverso da dire rispetto a questo capolavoro, il cui significato è stato già sviscerato a dovere. In merito al nostro articolo, possiamo solo dire che Roy Batty è certamente uno dei villain più memorabili della storia del cinema, e non solo per quel monologo finale che lo rende riconoscibile a chiunque, ma per la storia che c’è alle sue spalle e che regge splendidamente, grazie all’interpretazione di un mostro sacro come Rutger Hauer, uno degli attori più drammaticamente sottovalutati della sua epoca.
Bella esperienza vivere nel terrore eh? In questo consiste essere uno schiavo.
La storia del Replicante che fugge dalla schiavitù impostagli dalla società e cerca il suo Creatore per avere più vita è una perfetta metafora che racchiude in sè moltissime tematiche, tra cui il rapporto tra padri e figli (o tra creatore e creatura) e la ricerca del significato più profondo del concetto di umanità. L’unica differenza tra umani e Replicanti sintetici, infatti, starebbe nella mancanza di empatia di questi ultimi. Batty mostra però, sopratutto nel finale, di provare pena per la propria vittima e di prendersi cura delle persone intorno a sé. A fare da contraltare, vediamo una pletora di umani cinici e freddi, che ribaltano dunque la prospettiva. La resa con cui termina il film e la propria esistenza era e rimane una delle migliori sequenze di sempre.
Arthur Fleck – Joker
Grazie alla magistrale coppia Todd Phillips – Joaquin Phoenix, il mondo intero si è appassionato alla origin story di uno dei villain più famosi di tutti: il Joker, appunto. Partendo da presupposti totalmente differenti rispetto ai fumetti d’origine (e meno male, aggiungeremmo), viene dunque analizzato in profondità un personaggio che fino ad oggi era stato mostrato come un semplice “cane che insegue le macchine“, per citare Il Cavaliere Oscuro. Scopriamo invece che la follia nella quale scende Arthur Fleck è giustificata da un mondo crudele e freddo, che lo attacca, umilia e schernisce in ogni modo possibile.
La cosa peggiore della malattia mentale è che la gente vuole che ti comporti come se non ce l’avessi.
Ignorato da chi dovrebbe aiutarlo e schifato da chi gli sta intorno a causa dei suoi disagi psichici, fa esplodere la propria rabbia come un novello Taxi Driver, dopo una prima parte di film che è un vero e proprio pugno nello stomaco, mostrandoci la tristezza della sua esistenza. Insomma, quando è troppo è troppo, e nel momento in cui Arthur comincia ad uccidere, beh, la prima cosa che viene da dire è “finalmente”.
Il colonnello Kurtz – Apocalypse Now
Chiudiamo il nostro articolo con il villain per eccellenza. Un personaggio che ha segnato un’epoca, grazie alla grandezza del film in cui è presente e dell’attore che lo interpreta: l’immortale Marlon Brando. Parliamo ovviamente del colonnello Kurtz, militare in Vietnam che diserta, sconvolto dalle atrocità che ha vissuto, per creare una fazione di ribelli che crea il caos in tutta la regione.
Ho visto degli orrori, orrori che ha visto anche lei. Ma non avete il diritto di chiamarmi assassino. Avete il diritto di uccidermi, questo sì, ma non avete il diritto di giudicarmi. Non esistono parole per descrivere lo stretto necessario a coloro che non sanno cosa significhi l’orrore. L’orrore ha un volto e bisogna essere amici dell’orrore. L’orrore ed il terrore morale ci sono amici. In caso contrario allora diventano nemici da temere.
Il suo enorme carisma lo porta a diventare una sorta di re-sacerdote per i nativi, che lo elevano alla posizione di Dio-tiranno e lo venerano. Essendo un ex membro di alto rango dei Berretti Verdi, i “grandi capi” ne ordinano l’eliminazione. Nel momento in cui Willard (Martin Sheen) viene incaricato dell’assassinio, Kurtz si limiterà ad offrirsi, dopo un breve periodo di prigionia dello stesso Willard, al suo destino, al fine di far cessare la propria sofferenza interiore creata dalla guerra. Egli vuole inoltre che alla propria famiglia sia raccontata la verità sulla sua crisi di coscienza. Le inquadrature che ci offre Coppola del colonnello sono inizialmente sfuggenti, oblique, in modo tale da conferire un’aura di mistero attorno a lui e renderlo il grandioso villain che è diventato.
Hannibal Lecter – Il Silenzio degli Innocenti
Come si può non restare affascinati di fronte al sottile ed inquietante carisma di Hannibal Lecter? A farne le spese non è solo la protagonista Clarice Starling (Jodie Foster), ma anche la Academy, che ha premiato l’incredibile interpretazione di Anthony Hopkins con un Oscar da record. Quella dell’attore è infatti la performance più breve (15 minuti) premiata con la statuetta al miglior attore protagonista.
Uno che faceva un censimento una volta tentò di interrogarmi: mi mangiai il suo fegato con un bel piatto di fave e un buon Chianti.
Alex DeLarge – Arancia Meccanica
Il visionario capolavoro di Kubrick ci offre uno dei personaggi più controversi della filmografia del regista. Trattando il tema della libertà di azione, la figura di Alex DeLarge ci ricorda, principalmente, che non è assolutamente possibile “inoculare forzatamente la bontà” e che l’essere umano deve essere libero di scegliere.
L’uomo deve poter scegliere tra bene e male, anche se sceglie il male. Se gli viene tolta questa scelta egli non è più un uomo, ma un’arancia meccanica. (Stanley Kubrick)
Il personaggio di Malcolm McDowell diventa così una sorta di paladino del libero arbitrio, con il quale ad un certo punto, nonostante la violenza che emana, non si può non provare empatia.
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