Premi Oscar del 2016 furono segnati dalla fine della grande ossessione del divo Leonardo Di Caprio, in quanto fu lui a vincere l’ambita statuetta per il miglior attore protagonista, dopo ben 5 candidature andate in fumo, grazie al suo ruolo in Revenant – Redivivo. Questa querelle mediatica fece però passare in secondo piano qualcos’altro che accadde a quella cerimonia. Ci riferiamo alla consacrazione di due attori, considerati da anni tra i migliori della loro generazione, che ricevettero una candidatura a testa dalla Academy: Michael Fassbender e Tom Hardy, spesso accostati per le loro grandi doti fin dagli inizi della carriera, quando entrambi parteciparono al celeberrimo serial Band of Brothers.

Da allora le loro strade si sono spesso incrociate, fino appunto agli Oscar 2016, quando il primo venne candidato come miglior attore protagonista per la propria performance in Steve Jobs, mentre il secondo ricevette la nomination come miglior attore non protagonista per quella in Revenant, proprio al fianco del divo di Shutter Island. A seguito di questa consacrazione, era prevedibile che la carriera di entrambi decollasse e prendesse direzioni simili, ma invece, a quattro anni di distanza, quelle previsioni non potrebbero essersi rivelate più sbagliate. Vediamo perchè nella nostra analisi.

L’anno d’oro 2015 e gli Oscar 2016

michael fassbender e tom hardy cinematown.it

Il 2015 è stato senz’altro un anno importante per Michael Fassbender e Tom Hardy, ma se per il primo possiamo parlare dell’apice della carriera, almeno fino a questo momento, per il secondo è stato solo il trampolino, l’inizio di qualcosa di più grande. Ma andiamo con ordine. Fassbender quell’anno recitò in tre film di successo. Il primo è il western indipendente Slow West, che lo vede protagonista nei panni di Silas, cacciatore di taglie fuorilegge, accanto a Kodi Smith-McPhee e Ben Mendelsohn. Il secondo è Macbeth, diretto da Justin Kurzel, nel quale interpreta nuovamente il ruolo del protagonista accanto a Marion Cotillard, nei panni della diabolica lady Macbeth. Entrambe le pellicole ricevettero critiche entusiastiche, ma è con il più commerciale biopic Steve Jobs che ricevette la sua seconda candidatura agli Oscar, stavolta come miglior attore protagonista (Nel 2014 fu candidato al miglior attore non protagonista per 12 Anni Schiavo).

Tom Hardy lavorò anche di più. Recitò infatti in Child 44 – Il Bambino Numero 44 (nuovamente accanto al proprio idolo, Gary Oldman), film di Daniel Espinosa piuttosto controverso e poco fortunato al botteghino, London Road e Legend, dove interpreta entrambi i gemelli Kray, in una delle sue performance più riuscite in assoluto. Ovviamente i due film più famosi in cui recitò quell’anno furono altri. Stiamo parlando del pluripremiato Mad Max: Fury Road e di Revenant – Redivivo. In totale, le due pellicole ricevettero 9 statuette su 22 nomination agli Oscar. Un trionfo, insomma. La sconfitta di Tom per mano di Mark Rylance (Il Ponte delle Spie) divenne dunque meno amara.

Dal 2017 in poi

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Da quel momento, le carriere di entrambi erano pronte a monetizzare le candidature ricevute, e Michael Fassbender e Tom Hardy non avrebbero potuto provare a farlo in modi più diversi. Fassbender optò per il più classico dei detti popolari: “battiamo il ferro finchè è caldo“. Dal 2016 ad oggi ha infatti partecipato a ben 8 pellicole. Nel 2016 ha recitato in X-Men: Apocalypse, La Luce sugli Oceani (dove ha conosciuto l’attuale moglie Alicia Vikander), Codice Criminale e Assassin’s Creed. Nel 2017 è stata la volta di Alien: Covenant, Song to Song di Terrence Malick e L’Uomo di Neve, mentre nel 2019 è uscito X-Men: Dark Phoenix. Probabilmente, leggendo i titoli sopracitati, in molti avranno già capito il problema principale del buon Michael: dopo il 2016, fondamentalmente, non ne ha più indovinata una.

Ognuno dei film di cui sopra, infatti, ha ricevuto all’incirca la stessa critica: Fassbender eccezionale, il resto della pellicola a dir poco sottotono. Per cominciare, Assassin’s Creed e L’Uomo di Neve avrebbero dovuto dare inizio a due nuove saghe, ma sono state bloccate sul nascere da critiche estremamente negative (che salvavano solo l’interpretazione di Fassbender, appunto) e box office estremamente poveri. Anche Alien: Covenant ha finito per bloccare nuovamente la nuova saga iniziata con Prometheus, che Ridley Scott non riesce proprio a rivitalizzare. Stenderemmo un velo pietoso per quanto riguarda la saga degli X-Men, specialmente sull’ultimo capitolo, Dark Phoenix, stroncato da pubblico e recensori (non sempre totalmente a ragione, a dire il vero). Codice Criminale, Song to Song e La Luce sugli Oceani escono ancora bene dal confronto con gli altri titoli, ma non si sono rivelati comunque nulla di particolarmente rilevante.

Tom Hardy ha invece scelto la via esattamente opposta: limitare la propria esposizione. Probabilmente al fine di evitare che il pubblico si stancasse di lui, Tom è comparso in sole due pellicole dal 2016 ad oggi: Dunkirk di Christopher Nolan e Venom di Ruben Fleischer. Il primo ha ricevuto 3 premi Oscar su 8 candidature, mentre il secondo, nonostante critiche tutt’altro che esaltanti, ha portato a casa più di 850 milioni di dollari al botteghino, dando il via ad una saga alla quale, presto, si aggiungerà perfino lo Spider-Man di Tom Holland. Insomma, davvero niente male. A ciò si aggiunge una più che consistente presenza televisiva, che manca a Fassbender, in Peaky Blinders (iniziata nel 2014 e proseguita proficuamente) e Taboo, in cui è protagonista assoluto.

Le collaborazioni

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Per la verità, i due attori si assomigliano parecchio, e non solo per le doti attoriali. Entrambi sono infatti soliti, per loro stessa ammissione, lavorare sempre con le stesse persone, al fine di poter avere una migliore alchimia sul set. Nel caso di Fassbender, parliamo principalmente del regista Justin Kurzel, con il quale ha lavorato in Macbeth e Assassin’s Creed a stretto giro di posta, e dell’attrice Marion Cotillard, protagonista delle medesime pellicole. A ciò si aggiunge la stima di Ridley Scott, che lo ha voluto nei panni dell’androide David nel prequel di Alien, Prometheus del 2012, e nel suo seguito, Alien: Covenant. Qui Michael si cimenta in un’impresa tentata anche da Hardy: interpretare due ruoli contemporanteamente. In Alien: Covenant egli indossa infatti i panni di due androidi: David e Walter, esattamente come Tom Hardy che, in Legend, interpreta entrambi i gemelli Kray, gangster londinesi. In entrambi i casi, le performance sono a dir poco superlative.

Ad inizio carriera Michael collaborò inoltre molto strettamente con Steve McQueen, in capolavori come Shame, Hunger e 12 Anni Schiavo, ma negli ultimi anni non si sono presentate occasioni per lavorare nuovamente con il cineasta. Le collaborazioni principali di Tom riguardano invece il regista Christopher Nolan, che lo lanciò con Inception e Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno, e lo sceneggiatore Steven Knight, che a livello televisivo ha collaborato con lui nei già citati Taboo e Peaky Blinders. Per quanto riguarda la co-protagonista, Hardy ha ammesso di trovarsi piuttosto bene con Noomi Rapace, al suo fianco in Child 44 – Il Bambino Numero 44The Drop – Chi è senza peccato.

Già leggendo questi nomi possiamo notare come le collaborazioni di Michael Fassbender e Tom Hardy vadano in direzioni molto diverse. Per esempio, è un dato di fatto che la carriera di Ridley Scott sia in una fase quantomeno di rallentamento. Il regista si ostina infatti ad insistere su saghe che non portano a nulla, come quella di Alien o Blade Runner (la qualità di Blade Runner 2049 non si discute affatto, ma è difficile che possa dare inizio a un franchise, come Scott avrebbe sperato), per non parlare del sequel de Il Gladiatore, secondo alcune fonti già in fase di scrittura. Inoltre, ha coinvolto l’incolpevole Michael in altri progetti fallimentari, come The Counselor – Il procuratore. Tutti i soldi del mondo è stata invece una piccola svolta in positivo per il regista e produttore, che però non ha ritenuto di coinvolgere Fassbender nella produzione.

Saghe e colpi di fortuna

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In carriera come nella vita, la fortuna è certamente un fattore da considerare con attenzione. Per quanto riguarda Michael Fassbender e Tom Hardy, essa ha sorriso senz’altro più al secondo che al primo, per una serie di motivi. L’esempio più lampante riguarda il capitolo “saghe supereroistiche”. Michael Fassbender fa parte dal 2011 della saga reboot degli X-Men, mentre Hardy, tralasciando il ruolo ne Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno, ha appena iniziato la sua collaborazione con la Sony nei panni di Venom. Mentre quest’ultimo, nonostante critiche non proprio lusinghiere, ha superato la prova del botteghino e si appresta a diventare un franchise importante, la saga degli X-Men targata Fox, con Magneto interpretato da Fassbender, non si sarebbe potuta concludere peggio. Già X-Men Apocalypse del 2016 fu un mezzo flop, affossato dai critici e appena sufficiente al box office. Con Dark Phoenix si è raggiunto il fondo, arrivando al disastro vero e proprio. Le motivazioni sono molteplici e riguardano forze molto più grandi dei due attori.

Entrambi hanno infatti subito (o goduto) dei rapporti tra major, sempre più instabili in questo periodo. Michael Fassbender è rimasto “schiacciato”, insieme alla saga degli X-men, nella fusione tra Fox e Disney, che porterà i mutanti a far parte del celeberrimo MCU. Il punto è che il pubblico sapeva perfettamente, già prima dell’uscita di Dark Phoenix, che la Disney aveva intenzione di operare un totale recast e di far ripartire la loro storia da zero. L’interesse generale sull’ultimo capitolo del franchise, dunque, è stato sotto zero. Al contrario, Tom Hardy sembra aver beneficiato delle liti tra la stessa Disney e Sony, visto che quest’ultima si è riappropriata, almeno per il momento, del totale controllo sulle avventure di Spider-Man, e pare dunque intenzionata a inserirlo in Venom 2. Se pensate che la critica principale al film di Fleischer era proprio la mancanza di una contrapposizione con L’Uomo Ragno, comprenderete come quanto questo gioverà al franchise.

Il futuro

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Ad ogni modo, è doveroso ricordare che questa analisi abbraccia, fondamentalmente, soltanto gli ultimi 4 anni. Non è da escludere dunque che in futuro qualcosa possa cambiare, e nel caso di Michael Fassbender glielo auguriamo caldamente, sebbene la scelta di far parte del cast di Kung Fury 2 ci lasci piuttosto perplessi. Per quanto riguarda l’attore britannico, invece, al momento è in post-produzione Fonzo, biopic riguardante le ultime fasi della vita di Al Capone, mentre la seconda stagione di Taboo è ancora in fase di scrittura. Insomma, staremo a vedere. Noi, nel frattempo, continuiamo a sperare di vederli uno accanto all’altro il prima possibile.

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