Dopo la dipartita dello scrittore, ispiratore e creatore Andrea Camilleri, nuovo lutto per la serie televisiva italiana più vista di sempre, Il Commissario Montalbano. Ci ha lasciati infatti, a neanche un mese di distanza, anche il regista della serie, Alberto Sironi, all’età di 79 anni. Sironi ha diretto la serie di Montalbano fin dagli albori sul grande schermo. Fu proprio lui a scegliere personalmente l’attore Luca Zingaretti per interpretare il poliziotto vigatese. Nato a Busto Arsizio, in provincia di Varese, è stato legato per tutta la vita ai luoghi della Sicilia, in cui girò per svariati anni.
La sua formazione è avvenuta presso la scuola d’arte drammatica del Piccolo Teatro di Milano, diretto da Giorgio Strehler e Paolo Grassi. I primi lavori nel mondo dello spettacolo furono nel ruolo di attore. Fu poi sceneggiatore e regista di due telefilm, tratti dalla raccolta di racconti di Giorgio Scerbanenco I Centodelitti. Si legò poi alla Rai negli anni Settanta, occupandosi di inchieste ed eventi accompagnando una figura estremamente importante del giornalismo italiano, per usare un eufemismo: Beppe Viola.
Per la Rai ha lavorato ad altri prodotti e serie televisive quali Eurocorps, Il Grande Fausto, biopic su Coppi in due puntate, e le trasposizioni da Ganrico Carofiglio (L’avvocato Guerrieri – Testimone Inconsapevole e L’avvocato Guerrieri – Ad Occhi Chiusi). Ha poi diretto Luca Zingaretti ne Il Furto del Tesoro e Beppe Fiorello in Salvo D’Acquisto. A livello internazionale, lavorò ad una miniserie televisiva su Pinocchio con protagonista Bob Hoskins (Chi Ha Incastrato Roger Rabbitt?) nei panni di Geppetto.
Di seguito, il commosso ricordo dell’attore Luca Zingaretti, che lo ha omaggiato attraverso il proprio profilo Instagram.
Quante volte abbiamo fatto fronte comune. E che sapienza! Tanta parte del successo tv dei nostri film è tuo. E non lo dico adesso che non ci sei più, l’ho sempre urlato. Non te lo hanno detto abbastanza, non te lo hanno riconosciuto abbastanza. Ma lo sapevano tutti. Che sapienza, che cultura, che simpatia, che leggerezza, che signorilità, che gentiluomo eri. Quante volte, se riconoscevi che avevo ragione, hai detto “ok, la tua idea è migliore facciamo come dici tu” senza sentirti minimamente sminuito, perché avevi un animo grande. Perché ci stimavamo e ci volevamo bene. In poco tempo è la seconda volta che piango un complice di questa avventura che ci accomuna da tanto tempo. È penoso, è duro, è proprio un anno di mer*a!
Addio amico mio!