Ci sono voluti sette anni e tante false partenze per trasformare l’idea della star e co-creatrice Natasha Lyonne in quella che è stata la serie Netflix acclamata dalla critica, Russian Doll. La parte più difficile da realizzare è stato come concludere la prima stagione di questa storia che coinvolge due perfetti sconosciuti, Lyonne e Charlie Barnett, che si ritrovano insieme dopo aver scoperto che entrambi riescono a morire e tornare in vita più e più volte.

C’era della preoccupazione sia nella sala di scrittura che tra di noi su “Come la finiamo?” Qual è la cosa che collega queste due persone e come atterriamo?

ha detto la co-creatrice e regista Leslye Headland al podcast di IndieWire. Headland ha detto che persino il tema del finale faceva paura nella stanza di scrittura, ma che lei aveva fede nel talento che era coinvolto e che se avessero continuato in quel modo avrebbero sfondato. A un certo punto hanno pensato di averlo fatto sul serio.

C’erano una serie di finali alternativi, una in particolare era stata proposta a Netflix ma ci hanno detto di cambiarla perché era troppo simile a Maniac. Penso che ciò che abbiamo proposto sia stato come il twist che c’è in Maniac. E loro erano tipo “ci dispiace molto, ovviamente nessuno lo sa tranne le persone che lavorano per Maniac, ovvero noi, ma questo è molto simile a Maniac”. È stato un giorno difficile.

La Headland non ha ancora avuto occasione di vedere la serie con Emma Stone e Jonah Hill che interpretano due personaggi tormentati che cercano una cura per le loro anime tormentate.
Headland ammette che è stata una pesante sconfitta ma alla fine ha giovato alla serie.

Abbiamo lavorato duramente per sistemarlo, ma quello che è venuto fuori alla fine, a mio parere, è stato un finale fantastilione migliore di quello che volevamo fare inizialmente. È stata una sfida più grande. È stata una situazione ricca di suspense, nel senso che era un rischio se non fosse stato proposto bene.

Nel finale che vediamo si sono creati due piani della realtà con due Nadia e due Alan e una conclusione allucinata in cui i due finiscono per incrociarsi nei modi più strani.
Headland ha aggiunto:

Ero molto nervosa all’idea di quelle due dimensioni. Anche quando stavo descrivendo nella stanza, quando lo stavo proponendo agli scrittori e realizzando che erano in due dimensioni diverse avevo due diagrammi e stavo spiegando i blocchi di ciascuno. “Questo è perché lui non sa che lei è lì. È tornato indietro per cercare Porridge [il gatto], torna, lei lo vede, lui lancia il gatto è lei è con Mike”. E tutto erano “Aspetta, di cosa stai parlando? Devi farne un’immagine visiva”.

Headland era preoccupata che quando la scena fosse stata registrata non si sarebbe capito niente.

Quando Natasha è entrata nella sua parte di regista è stato il miglior pezzo da regista che io abbia mai visto – io avevo dato per scontato che con tutte quelle informazioni sarebbe stato un casino, non del suo talento. Non solo lei lo aveva ripreso benissimo e fatto la storyboard, ma è arrivata con tutte queste bellissime cose insieme a [il direttore della fotografia] Chris [Teague], ma le ha anche messe perfettamente insieme con [l’editor] Laura [Weinberg]. Quindi quando l’ho visto ho davvero esalato un sospiro di sollievo per la prima volta in mesi. “Funziona, funziona davvero”.

Riflettendo sul finale di stagione, Headland ha detto che se avessero dovuto rifarlo di nuovo avrebbero pensato al finale molto prima, ma poi si è messa in dubbio:

Sono contenta che sia stato il viaggio che è stato. Perché non so se avremmo lavorato così tanto per inventarci una cosa così intelligente, a essere onesta.

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