Per decenni, se volevi entrare a far parte del mondo hollywoodiano, dovevi iniziare dalla base della piramide: ovvero, dovevi farti assumere come caricatore di pellicola. Il tuo compito sarebbe stato quello di inserire nella macchina da presa la pellicola vergine per consentire le riprese. Poi il cinema è andato avanti, e così hanno fatto anche i caricatori di pellicola. Adesso, ci troviamo nell’era del cinema digitale e gli entry-level jobs sono molto differenti. Si tratta di uno degli aspetti relativi alla trasformazione di Hollywood.
La domanda è se le persone che sono strettamente connesse all’industria culturale americana siano o meno in grado di adattarsi a questi velocissimi cambiamenti. Ciò che sta avvenendo è il maggiore reset economico a Hollywood dall’arrivo della TV e dalla fine dello studio-system con la morte dell’integrazione verticale. Avere successo a Hollywood richiede una serie di capacità: innanzitutto, saper rinunciare, almeno all’inizio, ad un lavoro affidabile e ad una paga alta. Secondo Jason Squire, Professore di Produzione alla USC’s School of Cinematic Arts e caporedattore di The Movie Business Book, si tratta di un periodo storico che verrà visto come caratterizzato da un oceano di cambiamenti.
La rivoluzione fuori da Hollywood è già in corso
Facciamo un passo indietro e riflettiamo su quanto è già cambiato. La prima metà del 2019 ha avuto la forza di un terremoto in grado di distruggere ogni cosa. Dopo che Disney ha acquistato Fox ed eliminato 4000 posti di lavoro, la compagnia minore è scomparsa dall’MPAA e l’organizzazione ha dato il benvenuto a Netflix. Il gigante dello streaming sta vincendo Oscar ed Emmy Awards e sta firmando accordi con i maggiori nomi del cinema americano. E questi grossi nomi vengono continuamente sottoposti a diversi metri di giudizio da parte di Netflix. Nel frattempo, MPAA riporta che gli abbonamenti ai colossi del VoD sono più numerosi di quelli alla TV via cavo.
AT&T ha ristrutturato e rinominato Time Warner e ha mandato via lo storico capo di Warner Bros. Studios, HBO e Turner. E i membri di WGA stanno licenziando i loro agenti, facendo a pezzi il Code of Conduct e gettando il business nel caos. L’anno prossimo, i contratti di negoziazione con gli studi targati WGA potrebbero essere apocalittici. Potrebbero anche verificarsi decine e decine di ritardi. Paul Feig ha trasferito il suo Feigco a Universal, dove la sua ironia viene accettata maggiormente. E, sebbene questo sia avvenuto prima, il mega-produttore Ryan Murphy è passato a Netflix, in parte a causa dell’incertezza relativa al futuro degli impiegati esecutivi di Fox TV. Più recentemente, Apple e Disney hanno svelato i loro servizi VoD e i nomi delle star coinvolte.
Hollywood dev’essere in grado di mutare forma
La situazione è più drammatica che in decenni di melodrammi. I lavori sicuri, ad Hollywood, sono sempre stati altamente competitivi. Adesso, conquistare un ruolo tradizionale a Hollywood sarà ancora più difficile anche per chi è nel settore da tempo. I nuovi arrivati, invece, dovranno decidere se ne vale la pena penare così tanto oppure no. Secondo Laura Michalchyshyn, produttrice di documentari nominata agli Emmy Awards e responsabile di Sundance Channel, si tratta di una transizione molto difficile, in cui tante persone dovranno decidere se cercare lavoro altrove. La donna è una mutaforma. In questo periodo, infatti, è ancora alle prese con Robert Redford e le sue iniziative legate al Sundance ma è anche stata in grado di trasformarsi in produttrice indipendente connessa a progetti multipli.
Le compagnie della Hollywood contemporanea -soprattutto i giganti della tecnologia entrati nel gioco- stanno adottando una serie di nuove mosse, tra cui direct-to-consumer streaming-video distribution. Molte metodologie di lavoro tipiche della vecchia Hollywood -il set painting o i tradizionali accordi di distribuzione- saranno decisamente meno richiesti. Chris Erwin, veterano di Awesomeness e di Dreamworks Animation, ha affermato che seguiranno tantissime frizioni. Anche l’uomo è un mutaforma: infatti, adesso, guida Doing Work As, uno studio di consulenza sui servizi direct-to-consumer per le big-media companies. Ed è decisamente favorevole alla perturbazione che sta colpendo moltissimi studios hollywoodiani. Secondo Erwin, potrebbe esserci un gap tra competenze richieste e qualifiche dei lavoratori e, inzialmente, tutto ciò potrebbe sfociare nel caos.
Vecchi marchi, nuovi lavori
La domanda per i creativi nel mondo dell’intrattenimento rimane molto alta e proviene anche da luoghi insoliti. Compagnie come BMW, Marriott, Red Bull, Nike ed AirBnB stanno sottraendo tanti creativi ad Hollywood per dare vita a storytelling relativi ai loro brand. E ci sono anche altre ed inaspettate opportunità. La compagnia di consultazione RL Leaders tiene i Deep Applied Creativity Panels, che riuniscono registi e sceneggiatori hollywoodiani con esperti di marketing. Questi panel lavorano in sinergia con agenzie governative e con organizzazioni che sviluppano soluzioni creative distanti da quelle scelte dallo spettacolo tradizionale. Compagnia come Netflix, Amazon, Apple e gli altri studios OTT guideranno il futuro di Hollywood. Al momento, tuttavia, è molto difficile misurare il loro impatto sul mondo del lavoro e persino prevedere le loro prossime mosse.
Secondo Chris Rico, che si occupa del tracciamento del mondo dell’industria hollywoodiana, il metodo attraverso cui il governo americano calcola il totale degli impiegati nel mondo del cinema è terribilmente datato. Le persone non vengono classificate correttamente. Il governo non ha la più pallida idea di cosa sia una media company. Al momento, Netflix impiega circa 3500 persone nella sola Los Angeles. Secondo Rico, la cifra è molto vicina al numero di impiegati che l’azienda ha nei quartieri della Bay Area e al quantitativo di persone licenziate alla Fox. Di che tipo di posizioni si tratta? Impiegati nell’ambito del settore motion picture, digital media o technology job? Comunque, secondo Rico, la domanda di persone qualificate da parte delle media company rimane molto alta.
Non c’è sorpresa alcuna nel verificare che Facebook, Amazon, Netflix e Google cercano tutti i talent creativi esistenti. Il loro obiettivo è utilizzare la creatività in modo diverso. Il vero punto di domanda riguarda il modo in cui poter preparare le future generazioni. USC e altre scuole, infatti, continuano a sfornare ogni anno centinaia di nuovi film-maker, attori, musicisti ed esperti in produzione e sviluppo. E, in effetti, si tratta di qualifiche che continuano ad essere richieste. Tuttavia, è necessario che questi giovani riescano ad adattarsi alle nuove tecnologie, alle piattaforme più recenti e alle opportunità che offre il futuro. Mai come in quest’ultimo periodo ci sono così tante possibilità per i giovani.
Rico lavora anche per il Center for a Competitive Workforce, che include 19 college con l’obiettivo di educare le nuove generazioni attraverso programmi particolarmente all’avanguardia. Con tutti i suoi cambiamenti, l’industria dello spettacolo è diventata più che degna di un particolare focus. Secondo un report firmato CCW, la transizione hollywoodiana avrà un impatto notevole nei confronti degli impiegati di media fascia, a cui non basterà più un semplice diploma. Ad essere colpiti saranno, soprattutto, montatori video, operatori alla macchina, truccatori, fashion designer, parrucchieri e tecnici del suono. Il grande compito è quello di consentire a queste persone di adattarsi ai cambiamenti.
Ovviamente, Hollywood è sempre stato un mondo rischioso. Per molti professionisti, lavorare nel mondo del cinema vuol dire muoversi di progetto in progetto con poca stabilità economica e lavorativa. Il rischio è che tale transizione possa favorire ulteriormente l’economia dei lavoretti piuttosto che quella delle attività stabili e sicure. I lavori part-time aumenteranno a dismisura e saranno caratterizzati da alta flessibilità e reinvenzione costante. Benvenuti nella Hollywood contemporanea!
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