Antonio Banderas è stato il re indiscusso di Cannes 2019, grazie al suo ruolo da protagonista in Dolor y gloria di Pedro Almodóvar. L’attore ha faticato molto a tornare a recitare col suo mentore, con La pelle che abito del 2011, esattamente ventidue anni dopo l’ultima collaborazione col regista. In Dolor y gloria, Antonio Banderas ha interpretato il regista Salvador Mallo, il quale si trova alle prese con una depressione psicologica e un dolore fisico logorante. Questo ruolo sembra garantire di fatto a Banderas un accesso diretto alle nomination agli Oscar 2019, grazie ad una performance intima, sottile, sensibile e profonda.

Ho iniziato a capire che l’intera faccenda intorno a Salvador riguarda la riconciliazione, il venire a patti. Quando hai a che fare con un film di questo tipo, anche se è personale, diventa un messaggio universale. Abbiamo tutti dei bagagli pieni di dolori e glorie, miserie e grandezze.

Quando Almodóvar ha steso la sceneggiatura di questo film autobiografico, non aveva nessuno in particolare in mente come protagonista. Gli venne però in mente Antonio Banderas, in maniera quasi inevitabile, ma temeva questa sua propensione ideale per la parte, perché temeva che la bravura di Banderas per i film appassionanti fatti in passato potesse nuocere al personaggio, che doveva essere estremamente fragile. Alla fine, a conquistare il regista è stato il rapporto oramai quarantennale tra lui e l’attore.

È più intelligente di me. Ha amato la parte di Salvador e mi ha detto che sapeva tutto quello che mi era capitato, mi conosce praticamente da sempre. Disse che si sarebbe rimesso alla mia regia senza troppe idee, ed era esattamente ciò di cui avevo bisogno.

Antonio Banderas rivelò che la prima stesura della sceneggiatura di Dolor y gloria era minimalista, trattata in maniera molto semplice. Sembrava quasi che non accadesse nulla, cosa totalmente opposta alla realtà, come fu evidente nelle stesure definitive. Salvador racconta la sua vita come quella di tutti, diventando un riflesso di tutte le esistenze e del vero dolore fisico. Non si tratta solo di chi fosse o di chi è, ma di chi erano coloro che vissero negli anni ’60. Arriva alla soglia dei settant’anni riflettendo su tutto quello che gli è successo, sul cinema e la sua vita.

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Antonio Banderas si sorprese che Almodóvar rivelasse così tanto della sua vita personale, elemento questo che teneva per se con chiunque, anche con gli amici. Il regista infatti aveva avvisato il protagonista, dicendogli che in Dolor y gloria avrebbe trovato riferimenti a persone che entrambi conoscono, e non si sarebbe mai aspettato di scorgere così tanto della personalità del regista, che è risaputamente geloso della sua vita privata, ed è sempre stato rispettato da Banderas per questo. L’attore però si aspettava che il film avrebbe scavalcato questa linea, ricordando un aneddoto della produzione di La pelle che abito:

Ci incontrammo in un momento in cui io ero portatore di tutto quel che avevo imparato in ventidue anni. Ero più sicuro di fronte alla telecamera, avevo lavorato sulla mia voce e sul mio corpo, ma Pedro era totalmente disinteressato a queste cose. Voleva l’Antonio che conosceva, voleva la versione naturale.

È un regista meticoloso ed esigente. Ti ordina in maniera spiacevole, ti mette a nudo circoscrivendo la tua realtà. È vertiginoso, capisce immediatamente se gli stai mentendo, facendoti navigare in acque che non ti aspettavi di dover nuotare, ma il segreto è lasciarsi andare alla sua corrente, è l’unico modo per far andare tutto per il meglio.

Antonio Banderas ha cercato di non imitare troppo l’Almodóvar reale, ma non ha potuto fare a meno di stilizzarlo in qualche modo, con la capigliatura, nel modo in cui si tiene la schiena, nell’arredamento della casa di Madrid e persino nell’abbigliamento. Il regista è solito riflettere ad alta voce mentre scrive quel che gli passa per la mente, ed è stato imitato da Banderas in queste abitudini. Dove però l’attore è stato spinto verso una prova inaspettata, è quando deve baciare Leonardo Sbaraglia, che secondo Almodóvar avrebbe dovuto trasportare ed emozionare entrambi per riuscire alla perfezione:

In questa scena si deve vedere e capire tutta la passione che hanno condiviso in passato, anche se non viene mostrata nessuna scena erotica. Questo è stato possibile dirigendo gli sguardi che i due si scambiano. La riuscita di una scena del genere dipende solo dalla generosità dei due attori, che sono stati fantastici.

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Per quella scena in particolare, Antonio Banderas si è messo totalmente a disposizione del regista, consapevole di come sarebbe dovuto essere il bacio e che questo non avrebbe cambiato il suo orientamento sessuale, affrontando il ciak senza nessuna paura, sebbene non fosse preparato alle forti emozioni che avrebbe provato durante la ripresa, perché è stata affrontata in maniera diretta e senza pianificare nulla, affrontandone l’impatto emotivo solo qualche ora più tardi. Le emozioni di Antonio Banderas, stando alle sue dichiarazioni, si sarebbero amplificate dopo un lieve infarto avvenuto un paio d’anni fa, causandogli coinvolgimenti emotivi molto forti anche durante la lettura di una semplice poesia:

Ho eliminato cose che non erano più importanti nella mia vita. Improvvisamente, sono arrivate cose magiche e ho vissuto i progetti in maniera differente, affrontandoli in maniera nuova. Picasso è stato perfetto, sono perfino arrivato ad avere una nomination agli Emmy. Sapevo quindi come incarnare Salvador, sapevo dove trovare l’ispirazione.

È un personaggio che non ho mai fatto prima, e la verità è che durante le riprese non mi sono mai sentito nell’atto di recitare, lo stavo vivendo in prima persona. Mi ha fatto un certo effetto interpretare qualcuno di ancora vivo, che ogni giorno continua a cambiare, e a renderlo ancora più particolare è averlo come regista e amico. Non è stato facile affrontare tutto questo, ma è stato profondamente interessante ed avvincente.

Dolor y gloria è stato rilasciato a partire da tre mesi fa in Spagna, in Italia e a Cannes, e in ogni sua inaugurazione ha ricevuto recensioni entusiastiche e grandi successi al botteghino. Durante il 2019, Antonio Banderas tornerà a recitare nei panni del romanziere e avvocato pakistano Ramón Fonseca, nel film drammatico di Netflix diretto da Steven Soderbergh, The laundromat, affianco a Meryl Streep. Gestisce inoltre due teatri che non hanno fini di lucro e una scuola di seicento studenti in Spagna, motivo per cui ha dichiarato che se lo vedremo in film non proprio di lato livello, lo farà per pagare i suoi progetti di filantropia. Nei confronti del futuro più remoto, Banderas è pronto ad affrontare nuovi grandi ruoli drammatici da protagonista, avendo ricevuto la benedizione di Almodóvar, che gli ha consigliato di rimanere aperto a nuove possibilità.

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