Le terrificanti avventure di Sabrina è la serie soprannaturale-horror di Netflix, creata da Roberto Aguirre-Sarcasa basandosi sulla serie di fumetti della Archie Comics, che ha debuttato recentemente con la seconda parte della prima stagione. Ci erano stati promessi episodi molto più dark e dai toni più macabri, mettendo da parte gli elementi splatter della prima parte, ed effettivamente questa promessa è stata portata a termine. Si nota un certo salto dallo spirito infantile e fanciullesco e a uno più maturo e responsabile in tutti i personaggi, specialmente nella protagonista Sabrina Spellman e nei suoi amici, un salto riflesso anche negli effetti visivi, quindi i colori che non sono più vivaci e “freschi”, ma tendono più a essere cupi, come il nero, il rosso o quello delle foglie autunnali. Anche dal punto di vista della storia, questa volta si entra nel vivo della vicenda che nella prima parte era stata solo accennata, quella che inizialmente era sembrata un po’ una parodia del Satanismo – per prenderla alla leggera – ora invece ci fa capire che è una cosa seria e che potrebbe portare a conseguenze inimmaginabili e irreversibili. Nel cast ritroviamo di nuovo Kiernan Shipka, Ross Lynch, Lucy Davis, Michelle Gomez e Miranda Otto. 

Le terrificanti avventure di Sabrina: la crescita dei personaggi

Le terrificanti avventure di Sabrina CinemaTown.it

Come già detto in questa seconda parte dello show i personaggi acquisiscono una certa maturità. Sabrina ha firmato il Libro dei Dannati, cedendo volontariamente la sua anima a Satana e questo l’ha portata a un cambiamento inevitabile e permanente. Non sarà più la ragazza ingenua che pensava solo al benessere dei propri amici e che voleva il più possibile rimanere legata alla propria parte umana. Con questo scoprirà anche un nuovo livello dei propri poteri, imparerà a padroneggiarli e a rafforzarli. Questo la porterà anche a cercare di scoprire di più sulle proprie origini e il proprio passato, quei segreti che i suoi genitori – soprattutto suo padre – si sono portati nella tomba e che potrebbero coinvolgere la vita di Sabrina in modi che lei nemmeno si aspetta.

Ma, sebbene questa parte sia in gran misura ambientata nell’Accademia per maghi e streghe, i tre amici umani di Sabrina, Harvey, Roz e Susie, giocano ancora una parte importante, sia nella vita della loro amica “magica”, sia nel destino dell’umanità. Anche loro dovranno venire a patti con la fine del mondo dell’infanzia e della spensieratezza e decidere cosa fare e da che parte stare. Tuttavia, è molto interessante nella serie questo parallelo tra il mondo dei maghi e delle streghe che hanno dalla loro il vantaggio di poter usare poteri magici e pozioni per risolvere gran parte dei problemi, e il mondo degli esseri umani in cui si può contare soltanto sulle proprie forze, la propria arguzia e, sopratutto, sull’amicizia e l’unione.

Le terrificanti avventure di Sabrina: il Satanismo e i riferimenti Biblici

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Per chi ha visto Supernatural – la famosa serie che vede i fratelli Winchester combattere i demoni – è già abituato a sentir parlare di Lucifero, demoni, incantesimi con tanto di riferimenti alla Bibbia e all’Apocalisse, tuttavia in questa serie si va ben oltre. Ci sono maghi e streghe che lodano e addirittura seguono la parola di Satana, ovvero Lucifero, non come colui che vuole il male per gli uomini, ma colui che vuole far sì che gli uomini siano liberi, nella mente e nel corpo, anche se forse in questo caso la questione viene un po’ portata alle estreme conseguenze e non sappiamo esattamente dire quanto ci sia di inerente al Satanismo praticato da alcuni culti (nulla a che vedere quindi con la serie originale Sabrina vita da strega).

È interessante però notare come, nonostante si parli di qualcosa che sembra rappresentare il Male e nonostante l’Accademia non sia forse il posto più “equilibrato” in cui vivere (con tanto di sacrifici, pena di morte, torture), la serie invita alla riflessione e alla critica costruttiva di questo mondo, del “mondo dell’oscurità”, ma anche del “mondo della luce” (potremmo dire rappresentato da Dio e gli Angeli), tutto ciò incarnato nella figura di Sabrina che diverse volte si è fatta eco dello spettatore. Forse in questo caso la protagonista pecca un po’ delle caratteristiche di una “Mary Sue”.

Le terrificanti avventure di Sabrina: un’altra occasione per parlare di femminismo e minoranze

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Sabrina, oltre ad essere l’eroina della storia che cerca di risolvere i problemi e far felici tutti, è anche una sorta di Giovanna d’Arco allo stile di Netflix; portavoce delle donne e dei loro diritti, non perde mai occasione di mostrare il proprio valore e polemizzare su quello che secondo lei è ingiusto, andando addirittura a distruggere quei principi più vecchi del mondo e a cui tutti si sono abituati, senza notarne le incongruenze. A Sabrina non piace sentirsi dire cosa deve fare, men che meno da un uomo. Ma lei non si sente sminuita in quanto donna, anzi, conosce bene il proprio valore e la propria forza e non c’è regola o uomo che possa impedirle di raggiungere i propri obiettivi.

Il suo “Anticristo”, il suo opposto, è rappresentato da Padre Blackwood, il preside dell’Accademia, nonché il Sommo Sacerdote della Chiesa della Notte, un infido uomo machista e bigotto che crede che le streghe siano inferiori ai maghi e che quindi devono obbedirgli e mettersi da parte. Un’altra serie che quindi cavalca l’onda del #metoo e della giustizia sociale. Ma non solo: Le terrificanti avventure di Sabrina va incontro anche alle tematiche LGBT+, parlando di scoperta ed accettazione di sé, di coming out in un certo qual modo e di rispetto verso ogni tipo di diversità, anche quella che non si comprende.

Leggi anche: Le Terrificanti Avventure di Sabrina rinnovata per una terza e quarta stagione

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  • Regia
  • Recitazione
  • Sceneggiatura
  • Fotografia
  • Colonna sonora
4.5

Riassunto

Le terrificanti avventure di Sabrina è un’altra serie che quindi cavalca l’onda del #metoo e della giustizia sociale. Ma non solo: Le terrificanti avventure di Sabrina va incontro anche alle tematiche LGBT+, parlando di scoperta ed accettazione di sé, di coming out in un certo qual modo e di rispetto verso ogni tipo di diversità, anche quella che non si comprende.

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