Marzo è il mese della donna, introdotto per la prima volta dal Congresso nel 1981 e da allora si celebra tutti gli anni col 31 Marzo che fa da promotore e amplificatore delle voci di tutte le donne del globo. Per celebrare questo importante evento, è stato chiesto a nove attrici di raccontare dei libri, dei film o degli show televisivi che sono stati d’ispirazione per loro, in quanto donne, nel corso degli anni. La maggior parte dei prodotti selezionati sono stati realizzati da scrittrici donne oppure interpretati da forti figure femminili. Come hanno raccontato a Variety, lo scopo di queste attrici non era semplicemente commemorare i traguardi che le donne hanno raggiunto, ma anche celebrare le loro voci – e le storie che continuano a raccontare – per tutto l’anno e non solo durante il mese della donna.

Michaela McManus, di The Village

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Ho letto Just Kids di Patti Smith circa sette anni fa e da allora è sempre rimasto con me. Mi sono trasferita a New York quando avevo 18 anni per studiare teatro alla Fordham University del Lincoln Center. La mia New York era molto diversa da quella di Patti Smith eppure mi sembrava familiare in alcune occasioni. Sono stata immediatamente assorbita dalle immagini che dipingeva della mia città preferita. E sono stata così coinvolta da questa donna che è andata contro qualsiasi norma sociale e ha seguito solo il suo percorso così diverso. Sono ispirata da quelle donne che vanno controcorrente, che si forgiano la propria strada, e che semplicemente seguono il proprio cuore.

Un altro libro che mi piace è Big Magic di Elizabeth Gilbert. L’ho letto in due giorni – non riuscivo a metterlo giù -. Penso che Elizabeth Gilbert sia un vero talento rinnegato che esemplifica ciò che dovrebbe essere reale e crudo e onesto. Ho letto Big Magic all’inizio di un nuovo anno ed è stato un perfetto inizio. Lei scrive con così tanta passione ed energia. È impossibile leggere questo libro e non sentirsi rinnovati e ispirati – una lettura doveroso per qualsiasi artista. Wild è il film con protagonista Reese Whiterspoon e basato sulle memorie di Cheryl Strayed. Un film su una donna indipendente che fugge via, rischiando tutto e ottenendo un trionfante successo? Sì, sì e sì. Questo è il racconto di una donna che si è salvata e ha raggiunte nuove vette. La storia di una eroina.

Anna Wood, di The Good Wife

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Mi piace Here We Are: Notes for Living on Planet Earth di Oliver Jeffers. Con una figlia di due anni e il mio lavoro, ho davvero poco tempo per le letture a tempo libero. La maggior parte delle cose che leggo sono i libri per bambini. Sono cosciente che la mente di mia figlia sia una tabula rasa e che tutto quello che le insegno e le mostro ora fungerà da fondamenta del modo in cui percepirà sé stessa e il mondo che la circonda.

Questo libro ingloba ciò che significa avere una relazione sana con sé stessi, il mondo e il tempo. E l’arte è straordinaria. Onestamente, questo libro mi ha lasciata sorpresa la prima volta che l’ho letto a mia figlia e ogni volta che lo leggiamo insieme mi ricorda di lavorare duramente, essere gentile e stare connessa.

Greta Onieogou, di All-American

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Ho memorie molto chiare di aver guardato Una mamma per amica e di averlo subito connesso con il primo periodo della mia adolescenza. Non penso di averlo realizzato all’epoca, ma ciò che mi ha colpito era il forte legame madre-figlia che sta alla base dello show. Mia madre mi ha sempre incoraggiata ad essere la versione migliore di me stessa, a lottare per ottenere il meglio e, attraverso gli alti e i bassi, mi ha aiutata a raggiungere alcuni dei miei obiettivi più spontanei.

Questa relazione è allo stesso tempo bella e complessa, e mi sembra che raramente si riesca a rifletterlo nei film e nelle serie, specialmente come cuore di uno show. Il fatto che io ora lavori nello stesso studio di Una mamma per amica mi emoziona davvero tanto e sembra quasi che sia un cerchio che si chiude.

Megan Park, di Young Sheldon

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Una produttrice di film mia amica mi ha prestato How Should A Person Be di Sheila Heti alcuni anni fa quando stavo entrando in una nuova fase della mia vita e carriera e mi ha immensamente ispirata. Un romanzo sull’arte, l’amicizia tra donne, Toronto e la preoccupazione su “come costruire la propria anima” non poteva essere che adatto per quel momento. Ero affascinata dalle lente, vulnerabili dissezioni dell’angolo più profondo della mente di questa donna.

Mi ha fatto sentire profondamente connessa a qualcosa di grandioso e mi ha aiutata a innamorarmi profondamente delle parti di me stessa che non capivo o che ignoravo. Ispirata dal secco approccio di Heti nel chiedere come una persona, una donna, un’artista dovesse “essere”, penso che questo libro mi abbia dato inconsciamente il permesso a non rimanere mai in disparte dai momenti e pensieri polarizzanti e imbarazzanti su cui spesso glisso quando creo la mia arte.

Lorraine Toussaint, di Orange is the New Black

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Black Orpheus è stato il primo film che ho visto con una storia d’amore che coinvolge una sensuale e gioiosa coppia di personaggi di colore che si è avvicinata molto a me. La bellezza della cinematografia combinata con la colonna sonora straordinaria di Jobim e Gilberto mi ha tolto il respiro. Il film mi ha dato un’idea di ciò che è possibile per gli attori neri come me. Mi ha dato la speranza.

Da teenager, ho anche letto tutto quello che ha scritto Toni Morrison. Ho avuto occasione di lavorare con Toni a una drammaturgia che lei ha scritto sulla vita di Emmett Till (Dreaming Emmett, 1986). Quando veniva alle prove Toni ci raccontava delle sue fatiche notturne del romanzo che stava scrivendo. Quando poi il romanzo Beloved è stato pubblicato e ho iniziato a leggerlo, ho capito i suoi dolori. È stato il libro più densamente provocativo che io abbia mai letto fino ad allora. Ho finito per leggerlo come lo aveva scritto. Leggevo un capitolo e poi dovevo mettere giù il libro per digerirlo. Era un capolavoro.

Marta Milans, di Shazam!

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The Deer Hunter ha scosso il mio animo in così tanti modi, ma soprattutto per come dipinge il significato della vera amicizia nello scenario di una guerra, e di quello che siamo capaci di fare per qualcuno che amiamo. La performance di De Niro, così come quella di Christopher Walke, resterà sempre nel mio cuore.

Consiglio anche Au Revoir les Enfants di Louis Malle perché mostra veramente la bellezza dell’innocenza dei bambini, e come nessuno di noi sia nato odiando niente e nessuno – qualcosa che ci hanno sempre e solo insegnato. Uno dei miei libri preferiti è The Girl with the Nine Wigs di Sophie Van Der Stap. Sophie è un’amica mia e un bellissimo esempio vivente di artista talentosa. Il suo diario della sua lotta contro il cancro è semplicemente e profondamente ispirante.

Chloë Levine, di Mr Robot

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Ho letto per la prima volta The Chronology of Water di Lidia Yuknavitch quando ero un’adolescente ed ero totalmente disorientata dall’assoluta gutturale e cruda onestà che lo permeava. È un memoir, e ricordo di aver pensato al coraggio che ha richiesto scriverlo e realizzarlo con tutta questa potenza e la sua bellezza mi sconvolge veramente. È quel tipo di arte e coraggio che mi ispirano anche nel mio lavoro. Sarà per questo che l’ho letto dalle quattro alle cinque volte.

Aisling Franciosi, di Game of Thrones

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Ho letto The Chronology of Water due volte. Entrambe le volte mi ha fatto pensare per giorni a come sia difficile incapsulare in un paragrafo il perché lo trovo così ispirante. In breve, è la risposta più viscerale che abbia avuto da un libro. La scrittura di Lidia è sensuale e bollente e così brutalmente e meravigliosamente onesta che qualche volta mi dovevo fermare per riprendere il fiato.

Lei è indubbiamente impavida nella presentazione della sua anima e della sua storia e su quello che vuol dire essere umani, essere donna, in tutti i suoi tumulti e (ai tempi devastante) nella sua gloria. Vorrei portare donne come Lidia sullo schermo. Personaggi femminili che siano incasinati, brillanti e totalmente umani.

Tiya Sircar, di Star Wars Rebels

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Uno dei miei film preferiti in assoluto è Amelie di Jean-Pierre Jeunet. Il personaggio, da cui prende nome il film, brillantemente portata in vita da Audrey Tautou, è stata fonte di ispirazione per me da quando ho visto il film al mio primo anno al college. Amelie Poulain è diversa. È un po’ stramba e una sognatrice bizzarra. Ma non permette mai alle altre persone di abbattere la sua stranezza e il suo stile di vita con le loro opinioni. E non compromette mai ciò che è.

L’ho sempre vista come una boccata di aria fresca sul tipo di eroina femminile. Essere diversi a Hollywood può essere davvero una sfida. Essere un attore sud-asiatico che ha iniziato a recitare professionalmente una decade fa, quando ce n’erano pochi di noi e ancora meno ruoli, Amelie è un promemoria che uno non deve conformarsi agli standard della società (nel mio caso a quelli dell’industria) per raggiungere il proprio scopo. Provo a ricordarmi questo per continuare il mio viaggio in questo business folle ma emozionante.

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