La favorita è l’ultimo film del regista greco Yorgos Lanthimos, scritto da Deborah Davis e Tony McNamara e ora disponibile nella sale italiane dopo aver fatto incetta di nomination, tra cui 12 candidature ai BAFTA, 10 agli Oscar e 5 ai Golden Globe, uno dei quali è stato vinto da Olivia Colman come miglior attrice protagonista. Il film narra le vicende della Gran Bretagna dell’inizio Settecento durante la guerra contro la Francia, quando sul trono sedeva la pazza Regina Anna (Olivia Colman) che tutto preferiva fare eccetto che governare, lasciando tale incombenza alla sua consigliera – e amante – Sarah Churchill, la duchessa di Marlborough (Rachel Weisz).

Si tratta di un film puramente britannico che vuole mettere in luce una delle più classiche tematiche quando si parla della storia inglese, intrighi di corte e passioni amorose tra sovrani. La verità è che è un film che ha messo tanta carne al fuoco finendo col bruciarne gran parte e mantenere poco le promesse che aveva fatto inizialmente.

La favorita – fotografia, tra sogno e incubo

La favorita, CinemaTown.it

Anche se il film non ha lasciato particolare traccia a livello di scrittura o modo di raccontare, c’è una cosa per cui La favorita non può essere ignorato, ovvero gli elementi di contorno: la fotografia, la scenografia e i costumi non passano inosservati nemmeno a un occhio poco attento. Con un intenso e suggestivo gioco di chiaro-scuri, di luci e ombre ci vengono mostrati gli interni del palazzo della Regina, austero e imponente, in cui nulla è lasciato al caso. Quadri, stendardi, tende, baldacchini, colonne diventano pezzi di opere d’arte in questa produzione.

Robbie Ryan, direttore della fotografia, non ha affatto deluso con le sue riprese, usufruendo di lenti ad ampio spettro per incatenare tutti gli angoli di quel palazzo che sembra quasi racchiudere tutto un mondo – il mondo della corte perlomeno – e dove la Regina si muove come in un sogno, in alcuni momenti, e in altri come in un incubo, trasportandoci in un non-tempo dove tutto si ferma o si muove come preferisce, intoccato dal mondo esterno, tanto che persino la guerra contro la Francia viene ogni tanto un po’ accennata, come se servisse solo a darci il contesto.

I costumi di Sandy Powell nonché le acconciature sono altrettanto magnifici e ricalcano quelli che erano gli abiti dell’epoca, senza tuttavia ricalcare la pesantezza di un dramma storico in costume. Anzi, rivestono di un’aura che ha quel tocco di assurdità moderna, sono farseschi, esagerati, quasi grotteschi e perfettamente in sincronia con la sfarzosità del castello. Ma sono i toni scuri quelli che caratterizzano prevalentemente i personaggi e l’atmosfera del film, dando quel retrogusto macabro e gotico all’Inghilterra del XVIII secolo governata da una Regina mentalmente instabile.

La favorita – un trio di donne

La favorita, CinemaTown.it

Un trio davvero magistrale quello composto dall’attrice protagonista Olivia Colman (Regina Anna) – ben conosciuta dalla televisione inglese per i suoi ruoli in The Night Manager e BroadchurchEmma Stone (Abigail Masham, baronessa caduta in disgrazia) e Rachel Weisz (Sarah Churchill, duchessa di Marlborouhg). Tutte e tre sono candidate agli Oscar, rispettivamente come miglior attrice protagonista e migliori attrici non protagoniste. Un film, si potrebbe quindi dire, al femminile, dove sono in gioco poteri di gelosia e voglia di rivalsa all’interno di un triangolo che diventa sempre più teso e frenetico.

La Colman ci offre un perfetto ritratto di una donna al potere che però di potere non sa nulla e non ne vuole sapere nulla, ammorbata com’è dalla gotta che le rende difficoltoso muoversi, da pensieri suicidi e da instabilità mentali dovute anche al trauma per l’incapacità di generare figli, sofferenza che venne incanalata nell’affetto per diciassette coniglietti (il numero di figli da lei abortiti) che aveva adottato. Le sue grida disperate, l’appellarsi al suo potere di Regina solo per vedersi soddisfatti i capricci, il girovagare per il castello come in trance senza sapere dove si trova ci mettono di fronte a un crudo realismo e percezione di un palpabile dolore esistenziale.

Una giovane donna all’apparenza innocente e timida, ma in realtà spietata

Nei panni della duchessa, la Weisz è la perfetta incarnazione di una donna risoluta, una presenza di ghiaccio che non si lascia intimorire, che tiene i propri nemici vicino. È lei la consigliera, ma anche amica intima – eccessivamente intima – della regina: non ha paura di parlarle con toni aspri, con rimprovero, a volte come se avesse a che fare con una bambina capricciosa. Soddisfa tutti i suoi desideri, anche quelli sessuali, se per interesse o vero affetto non si sa, quello che è sicuro è che essere considerati importanti da una Regina, specialmente una Regina che non è completamente in sé, è un enorme vantaggio per il proprio benestare.

Quest’ultimo punto lo aveva perfettamente capito la baronessa interpretata da Emma Stone che arriva alla corte in cerca di lavoro, senza un soldo e senza più alcun lignaggio. Una giovane donna all’apparenza innocente e timida, ma in realtà spietata che si approfitta con astuzia dei momenti di tensione tra la regina e la duchessa per inserirsi e diventare lei la favorita, in modo da recuperare tutto ciò che ha perduto.

Leggi Anche: La Favorita di Yorgos Lanthimos è il film con più nomination ai Premi Oscar 2019

 

Banner
  • Regia
  • Sceneggiatura
  • Fotografia
  • Recitazione
  • Colonna sonora
4.1

Riassunto

Anche se il film non ha lasciato particolare traccia a livello di scrittura o modo di raccontare, c’è una cosa per cui La favorita non può essere ignorato, ovvero gli elementi di contorno: la fotografia, la scenografia e i costumi non passano inosservati nemmeno a un occhio poco attento. Con un intenso e suggestivo gioco di chiaro-scuri, di luci e ombre ci vengono mostrati gli interni del palazzo della Regina, austero e imponente, in cui nulla è lasciato al caso.

Sending
User Review
0 (0 votes)