Il primo re è un esperimento cinematografico unico nel suo genere, che continua a ronzare nella testa scena dopo scena, alla ricerca di una risposta impossibile da trovare. La pellicola, nata dalla collaborazione tra cinema italiano e belga diretta da Matteo Rovere, vuole raccontare la storia dell’origine di Roma, in un modo unico, emotivo e realistico, ma quello a cui si assiste è ben altro. Il primo re non è un film, ma la rappresentazione esatta di una storia che ha tutte le basi per essere la realtà.
Una realizzazione delle scene cruda e violenta, che tanto ricorda Vikings e le sue atmosfere più cupe e sanguinarie, accompagnata dall’assenza quasi totale della musica, che lascia interdetti. Una realtà ricercata in ogni dettaglio, dalle location, situate a Foligno, Manziana, Viterbo e Nettuno, all’uso di una lingua proto-latina antecedente a quella arcaica, ricreata appositamente grazie all’aiuto di studiosi del settore. Un film vero in tutto e per tutto, costato circa 8 milioni di euro, dove la fotografia è basata sulla luce naturale e tutti gli elementi sono italiani. Come lo stesso Rovere ha dichiarato:
Trucco prostetico, stunt, effetti speciali, combattimenti e costumi… è stato tutto creato in Italia.
Il primo re è un prodotto Made in Italy di qualità sopraffina
Ma cos’è allora Il primo re? È la storia di due fratelli e della loro sopravvivenza, ma è anche lo scontro continuo tra tradizione ed innovazione, bianco e nero, scienza e religione. “Due fratelli, uniti come la foglia al suo dorso“, che devono trovare il loro spazio all’interno di un mondo ostile, dominato dal sangue e da divinità sanguinarie alle quali non ci si può opporre. Così i due pastori, trasportati da una piena del Tevere, si ritrovano ad essere prigionieri di Alba, poi fuggiaschi e finalmente re, ma il destino per i due fratelli ha ben altri progetti.
Per capire meglio la trama però è necessario parlare del cast del film. Protagonista assoluto è Alessandro Borghi, ultima scoperta del cinema italiano anche grazie alla sua performance in Sulla mia pelle, affiancato da un irriconoscibile Alessio Lapice, che interpreta Romolo. Nei panni di Remo, Alessandro Borghi regge quasi da solo la prima metà del film. Coraggioso e carismatico, è lui a portare avanti il gruppo di schiavi e a curarsi del fratello ormai in fin di vita. Quando nascosto nei boschi si autoproclama re del suo gruppo ormai tutto ci è chiaro: è lui il primo re, il fondatore della Città Eterna, l’unico in grado di fondare da zero l’impero di Roma.
Il cast de Il primo re ha recitato in modo tremendamente credibile
Borghi è così convincente da portare lo spettatore esattamente dove vuole lui. Con lo scorrere delle immagini sullo schermo lo spettatore va avanti, e già si prepara ad un film che sembra quasi scontato: Romolo, ferito a morte, diventerà geloso del fratello e proverà ad ucciderlo. Tuttavia c’è qualcosa che continua a ronzare in testa scena dopo scena, il sentore che c’è qualcosa di strano si fa sempre più forte, fin quando finalmente si arriva alla domanda definitiva: ma non è stato Romolo a fondare Roma?
Ed è proprio in questo momento che tutte le convinzioni dello spettatore vengono meno. È tutta una colossale bugia? Un tranello o cosa? Come può essere possibile che Romolo, in fin di vita e trasportato dal fratello sulle spalle sia il primo re? Così, in un gigantesco plot-twist avviene il rovesciarsi del film. Il fratello coraggioso, simbolo dell’eroe moderno, diviene improvvisamente l’antagonista.
Da quando si realizza la versione reale della storia si inizia a cercare qualche indizio nelle parole dei personaggi, qualche piccola traccia che possa giustificare quello che accadrà, ma non c’è nulla. Tutti i tasselli invisibili, parte di un destino ormai scritto, vengono alla luce alla seconda profezia della vestale, poco prima della sua morte: “abbiamo salvato l’assassino“. Ed ecco che tutto è chiaro e torna ad essere la storia che conosciamo. Le profezie della vestale, che prima sembravano scontate, assumono ora un significato diverso: “due fratelli di cui ne rimarrà solo uno…uno cadrà nelle tenebre, e dal sangue fratricida nascerà Roma“
Il primo re dà un altro valore alla storia dei fratelli che conosciamo
In un batter d’occhio è tutto chiaro, e tremendamente triste. Il centro di tutto non è la lotta di potere, ma è solo amore. In vista di un destino di gloria ed onori, il primo re Remo rifiuta tutto se il prezzo è la vita del fratello, ma sarà proprio la religione la causa della sua morte. Dopo essersi ritrovati nello scontro con i soldati di Alba Longa, Remo cercherà di convincere il fratello che gli Dei tanto cercati da lui non esistono, passando il sacro confine tracciato da Romolo, e lui lo ucciderà. Una storia già scritta e conosciuta, che vista sullo schermo assume tutto un’altro valore. Uno scontro tra due monarchi, uno autoproclamato ed uno “scelto dal fuoco sacro“, che simboleggia uno scontro che non avrà mai fine, come i nostri pensieri su Il primo re.
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Riassunto
Il primo re è un esperimento cinematografico unico nel suo genere, che continua a ronzare nella testa scena dopo scena, alla ricerca di una risposta impossibile da trovare. Uno scontro tra due monarchi, uno autoproclamato ed uno “scelto dal fuoco sacro”, che simboleggia uno scontro che non avrà mai fine, come i nostri pensieri sul film.