Il occasione del 15° anniversario de Il Signore degli Anelli, Polygon ha voluto celebrare e ringraziare Philippa Boyer, co-sceneggiatore della trilogia, per aver realizzato uno dei momenti più iconici ed importanti non solo della saga di Lord of the Rings, ma di tutto il cinema degli ultimi decenni: la frase “ I am no man” di Eowyn, pronunciata poco prima di uccidere il Re Stregone di Angmar, in risposta al suo “ Nessun uomo può uccidermi”.

Si tratta di un momento potente, che ha mostrato realmente come le differenze tra uomo e donna, sia che si tratti di combattere creature mostruose e fantastiche, sia che si debba far fronte alle difficoltà quotidiane, siano in realtà pochissime. Eowyn è “nessun uomo“, ma combatte come un uomo, fronteggia tutti i suoi nemici, ma decide di uccidere il Signore dei Nazgul come donna.

La Boyens, che ultimamente ha lavorato alla produzione di Macchine Mortali, nella sua intervista ha raccontato di come quella frase sia un gesto di liberazione non solo per la stessa Eowyn, ma per le stesse sceneggiatrici di Il Ritorno del Re. Lei Fran Walsh erano “sceneggiatrici che dovevano scrivere per tutti quei personaggi maschili, e poi finalmente è arrivata Lei, Eowyn, che deve fingere di essere un uomo”.

Il signore degli anelli: il femminismo di Éowyn

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Il personaggio di Éowyn, interpretato da Miranda Otto, recentemente vista nei panni in Le terrificanti avventure di Sabrina, rimane anche dopo anni uno dei più amati dal pubblico. Capelli biondi e viso d’angelo, Éowyn è lontana da qualsiasi figura donna potente propinataci dal cinema. Non è autoritaria, aggressiva, esageratamente muscolosa o mascolina. È una donna come tante, ma diversa anche dagli altri personaggi femminili de Il Signore degli anelli: più concreta di Arwen, più eterea di Galadriel, decide coscientemente di unirsi alla spedizione tenendo segreta la sua identità, ed è proprio questo a renderla così speciale e femminista.

Sì, Éowyn è femminista perché non cerca di sovrastare i suoi fratelli e gli uomini, ma si pone ad un livello di uguaglianze che difficilmente riusciamo a vedere nel cinema, ed è proprio per questo che abbiamo ancora bisogno de Il Signore degli Anelli.

Fonte: IndieWire

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