I francesi hanno un umorismo satirico piuttosto particolare, una comicità tagliente e spregiudicata che non perdona e, se feriti nell’orgoglio, sanno essere molto cattivi. Lo sa bene l’attore Gerard Depardieu, che nel 2013 si è visto sulla copertina del settimanale Inrock con un bell’epitaffio che annunciava la sua morte. L’attore simbolo della Francia si era macchiato di un crimine “ignobile” per i suoi connazionali: lasciare il paese e trasferirsi in Belgio, a Néchin, una piccola cittadina nota per essere il paradiso fiscale dei ricchi espatriati.

Prima di andare via, Depardieu aveva restituito il passaporto francese per sottolineare tutta la sua rabbia per l’ipertassazione cui era stato sottoposto dalla madre patria. A peggiorare la situazione era intervenuto il Presidente Vladimir Putin che, a seguito delle plateali manifestazioni di sdegno dell’attore contro le iniziative fiscali del governo socialista di Hollande, aveva pensato bene di donargli anche la cittadinanza russa.

L’affaire Depardieu

depardieu CinemaTown.it

Me ne voglio andare dalla Francia anche perché ho una pessima considerazione di questi governanti, non so come abbiamo potuto pensare di imporre una tassa che esce dai parametri costituzionali. Mi farò accogliere da altri paesi, come è stato per il Belgio. Non torno indietro sulla questione del passaporto, ne su quella dell’esilio fiscale. A Parigi continuerò ad avere un appartamento e a seguire le mie attività, ma mi fermerò come previsto dalla legge non più di sei mesi l’anno.

Prima di chiudere definitivamente con il passato, e con le tasse, l’audace Cyrano aveva anche venduto per 50 milioni di euro la sua lussuosa magione parigina, una dimora storica di 1800 metri quadrati, con giardini, marmi, immense vetrate, terrazze e piscina coperta, situata in una delle zone più chic di Parigi. L’esposizione mediatica di Gerard Depardieu non è andata giù ai francesi, un popolo ferito nell’orgoglio che si è vendicato tramite le pagine del settimanale di cultura Les Inrockubtibles, dichiarandolo morto, almeno idealmente, nel cuore di un paese che lo ha sempre amato, nonostante il carattere irascibile, le risse scatenate, e i processi e le condanne per guida in stato di ebrezza. Ma se il monumento vivente del cinema francese se ne va, i suoi ex connazionali possono vendicarsi di lui con un simpatico epitaffio C’etait Depardieu 1948-2013, puntualizzando però che ad essere morta per sempre era la carriera di Gerard Depardieu.

Noi di Inrock amiamo Depardieu, l’attore. Amiamo Gegè!Glielo vogliamo dire oggi, malgrado il nostro malcontento di fronte al suo gesto. Perché è sempre meglio ricordare le cose buone…Aiuta a Rimpiangerle.

A differenza dei nostri cugini francesi, noi italiani esportiamo i nostri idoli senza troppi rancori. Basti guardare il caso di Sophia Loren: la diva del cinema è un vero e proprio simbolo del made in Italy nel mondo, come la pizza, la pasta o il limoncello, ma non vive più in Italia dal lontano 1977 quando, a causa di una sgradevole vicenda con il fisco, si trasferì con tutta la famiglia prima in California e poi in Svizzera, a Ginevra, dove risiede tutt’ora. La Loren, accusata di evasione fiscale – fece persino 17 giorni di reclusione nel carcere femminile di Caserta nel 1982 – fu assolta quarant’anni dopo e le responsabilità della frode vennero attribuite al suo commercialista. Nonostante l’assoluzione, in Italia non ci è più tornata, ma nessun epitaffio per lei, forse perché ha sempre dichiarato di amare il bel paese, o forse perché noi italiani (oltre a doverle delle scuse) la Sophia nazionale preferiamo tenercela stretta, seppur da lontano. 

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