
Stabilire le caratteristiche del cinema ebraico non è cosa facile, visti i grandi autori appartenenti a questa fede religiosa protagonisti della settima arte, fondata proprio grazie al contributo di produttori giudei, tra i padri fondatori dell’industria hollywoodiana. Tra le più grandi case di produzione cinematografiche infatti, molte di esse furono create da israeliti, tra cui William Fox, i quattro fratelli Warner, Adolph Zukor (uno dei fondatori della Paramount) e Louis Burt Mayer (celebre capo e fondatore della MGM). Anche molti registi ebrei sono stati fondamentali nel mondo del cinema americano, come Erich von Stroheim, Ernst Lubitsch, Billy Wilder, Stanley Kubrick, Mel Brooks I fratelli Marx e Jerry Lewis, fino ai più attuali ancora in attività Roman Polański, i fratelli Coen, Steven Spielberg e Woody Allen. Ovviamente, non per tutti questi protagonisti il fatto di essere ebreo ha influito in maniera così rilevante come per altri. Dopotutto come scrisse Eric Hobsbawm:
Sarebbe inutile cercare elementi di cultura ebraica nelle canzoni di Irving Berlin o nei film dell’era dei grandi studios Hollywoodiani (…) l’obbiettivo era quello di fare di fare canzoni e film che riflettessero un’espressione generale di americanismo al 100%
Detto questo è ovvio che protagonisti del cinema ebraico come Woody Allen, i fratelli Coen o Mel Brooks immettono molto delle loro appartenenza ebraica nei loro film. Proprio per questo viene da chiedersi quali siano le caratteristiche di questa branca della cinematografia e cosa renda, oggi, un film di caratteristiche ebraiche. A questa domanda ha tentato di rispondere in maniera molto semplice ma efficace Judy Ironside, presidente dello UK Jewish Film affermando per la BBC che:
In questo momento definirei un film ebraico se fatto da un regista ebreo, o ha una tematica attinente alla cultura ebraica.
Il cinema ebraico non riguarda solo l’olocausto
Quest’affermazione ha reso comunque possibile a molti cineasti di potersi confrontare con il cinema ebraico, espandendo anche le tematiche affrontate. In particolare la ricerca di un’identità politica è una delle tematiche ricorrenti in molti film ebrei. L’olocausto è sempre un tema giustamente molto comune nei film ebrei ma non è più il solo. Come scrive il critico ebreo Jason Solomons nell’articolo della BBC sopra citato:
Il più grande tema affrontato oggi dai film ebrei è di certo la ricerca dell’identità, che sia la ricerca di una propria appartenenza, l’immigrazione o la storia dei rifugiati è qualcosa che molti hanno in comune questi giorni, indifferentemente che essi siano ebrei svedesi o sud americani. Penso che sia un risultato dei molti spostamenti fatti dagli ebrei dopo la creazione dello stato di Israele, o la dispersione dopo l’olocausto.
Una volta tutto era centrato sull’olocausto. Sempre sull’olocausto. Ma i temi adesso sono più quotidiani, come il matrimonio, la circoncisione, mantenere le regole alimentari Kosher, non credere in Dio ma essere ancora ebrei, onorare la famiglia e il passato andando comunque verso il futuro.
L’ascesa del cinema israeliano
Generalmente si associava il cinema ebraico con quello americano, ma anche il cinema israeliano ha sempre avuto la sua importanza. Ultimamente sembra che il cinema israeliano stia crescendo in maniera molto importante. Giovani molto promettenti stanno crescendo nelle scuole israeliane di cinema e alcuni registi di questo paese sono già pluripremiatati, come Ari Folman, che ha vinto il Golden Globe nel 2008 per il suo film di animazione Valzer con Bashir. Ovviamente la complicata situazione politico-religiosa influenza pesantemente i registi israeliani fornendo a loro molti spunti per le loro opere. Secondo la produttrice americana Diana Nabatoff:
Se sei un ebreo e vivi in Israele, non puoi non essere politicizzato e non essere cosciente dei temi della guerra e questo può portare a grandezza il cinema locale. Tu respiri tutto questo nell’aria intorno a te – guerra, dolore, lealtà e il costo umano del conflitto. Credo che questo ha incoraggiato una generazione di veri audaci cineasti a guardare a questi problemi. Ci sono molte potenzialità in questo cinema giovane. Nonostante questo non vogliamo che la guerra sia la caratteristica che definisce in tutto e per tutto il cinema ebraico o israeliano.
Il genere principe del cinema ebraico è la commedia
Il cinema ebraico è famoso nel mondo per aver portato sugli schermi alcuni dei più brillanti comici della storia. L’umorismo ebraico nasce molto spesso dalla capacità di alcuni ebrei di sdrammatizzare le tragedie che questo straordinario popolo ha dovuto purtroppo subire. Come asserisce Mel Brooks:
Guardate la storia ebraica: talmente triste, che lamentarsi sarebbe intollerabile. Così, per ogni dieci ebrei che si battono il petto, Dio ne ha designato uno a essere pazzo e divertire i battitori-di-petto. Da quando ho cinque anni so che io sono proprio uno di questi.
Siamo franchi, la commedia americana è oggi tutta ebraica. Da Judd Apatow al grande successo di Seth Rogen, c’è veramente poco nel Nord America che non sia influenzato dall’ebraismo. L’intonazione e l’inflessione ebraica è diventato il metodo per dire battute divertenti. La commedia è infatti il vernacolo ebraico. Collega ciò che è sacro con ciò che è laico.
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