Netflix ha annunciato di aver richiesto un ulteriore prestito a lungo termine di 2 miliardi di dollari. Questa somma in entrata consentirà alla piattaforma di continuare a fare spettacoli e film originali, trasmettendo altresì contenuti sotto licenza di altri produttori mentre affronta la crescente concorrenza degli altri stremare, prima tra tutte Amazon, che inizia a correre a ritmo spedito e compresi i servizi previsti da Disney e WarnerMedia entro l’anno prossimo. Netflix ha chiuso lo scorso trimestre con 8,3 miliardi di dollari di debito a lungo termine, quindi il nuovo, unito ai dettagli degli interessi e le scadenze ancora da affrontare, metteranno il leader del settore nella posizione di dover rimborsare circa 10 miliardi di dollari.
Nel trimestre più recente, Netflix ha registrato un incasso di circa 1,7 miliardi, dichiarando che utilizzerà i nuovi prestiti per acquisti di contenuti, produzione e sviluppo, nonché per potenziali acquisizioni, investimenti e scopri aziendali di carattere generale. Ben 8 miliardi di spese per la produzione di contenuti sono previsti solo quest’anno, ma alcuni analisti si aspettano che Netflix ne spenderà almeno 13, producendo sei dozzine di film e pagando personaggi del calibro di David Letterman, Shonda Rhimes, Chris Rock, Ryan Murphy, Ricky Gervais e molti altri. Fino ad ora, gli investitori hanno trascurato il crescente debito di Netflix e l’inclinazione a far fuori il denaro contante a grande velocità.
Lunedì il titolo è aumentato lievemente all’annuncio dei nuovi prestiti, con una crescita effettiva del 200% in circa due anni. L’impennata del prezzo delle azioni mantiene Netflix in piedi, grazie anche ad oltre 130 milioni di abbonati in tutto il mondo. La corsa non è comunque in fase di rallentamento, man mano che la concorrenza rappresentata da Amazon, CBS All Acces, HBO Now, Hulu e altri servizi non ancora lanciati sta aumentando notevolmente. Nessuno di loro, comunque, sta spendendo tanto quanto Netflix per l’acquisizione di contenuti, ma il CEO Reed Hastings ha dovuto affrontare il tema concorrenza nelle ultime interviste.
Un giorno dovremmo spalleggiarci in una concorrenza per la quota di portafoglio, è inutile negarlo e non siamo ingenui, ma quel momento sembra essere ancora molto lontano.