Rami Malek ha ottenuto la notorietà grazie al ruolo di protagonista in Mr. Robot che terminerà con la sua quarta ed ultima stagione il prossimo anno. Questa ondata di popolarità lo ha portato ad altre opportunità e, nel caso di Malek, questa opportunità si chiama Bohemian Rhapsody. Il lungo progetto si è rivelato essere più ingannevole di quanto avesse previsto: nei panni del frontman dei Queen, Freddie Mercury, Malek è stato al centro di una produzione travagliata e resa ancora più difficile quando il regista Bryan Singer è scomparso dal set. Quando Malek se ne è lamentato con lo studio, Singer è stato licenziato. Nonostante questo, però, Bohemian Rhapsody è stato portato a termine sotto la guida di Dexter Fletcher. Anche se la critica si è divisa sui risultati, la performance di Malek è stata elogiata per la sua abilità nell’impersonare Mercury sul palcoscenico, così come per i momenti più introspettivi riguardanti la sua diagnosi di AIDS. L’attore ha parlato a IndieWire riguardo la sua determinazione a entrare nella parte, lottando col dramma sul set, e di come si sta preparando per la fine di Mr. Robot.

Ti stai impegnando molto nell’inseguire questo ruolo, hai volato a Londra per fare le ricerche ancora prima che iniziasse il progetto. Che cosa ti ha spinto a investire così tanto nella parte?
Ho visto l’impatto che ha avuto Mr. Robot sulle persone che in qualche modo stanno subendo delle ingiustizie e che si sono sentite incoraggiate dalla storia di Elliot, la storia che Sam [Esmail] ha creato. È stato molto intenso farne parte e non lo voglio negare. Una cosa del genere che arriva lungo la strada si inserisce in questo contesto. È l’eredità di un essere umano rivoluzionario, qualcuno che rompe gli schemi e rivoluziona il modo che abbiamo di pensare di noi stessi. È uno degli esseri umani più libertari che il pianeta ha bisogno. Dà alle persone una prospettiva dalla quale possono vivere vite autentiche. Perciò, essere in grado di impersonare qualcuno del genere è davvero un dono.

La sessualità di Freddie è differente dalla tua. Come ti senti riguardo la sfida che interpretare un ruolo di questo tipo ti ha portato?
Queste cose non mi hanno nemmeno sfiorato la mente. Il ruolo di un essere umano è quello che lui è. Non mi sono mai posto dei confini. Non mi sono mai ritratto da alcun aspetto di questa storia, se è questo che intendi. Freddie Mercury è un’icona gay per tutti gli esseri umani, ed è importante rappresentare ogni aspetto di questa vita.

Che tipo di impatto fisico ha avuto su di te questa parte? È stato estenuante? Ti vediamo correre molto, sia sul palco che nelle scene dei party.
Ci vuole parecchio controllo. Devi saperti regolare. È stata la prima volta nella mia vita che mi sono addormentato nella sedia del trucco. Ero terribilmente stanco praticamente tutti i giorni. Ho proprio visto il mio makeup artist a un evento l’altra sera, per la premiére di Bohemian Rhapsody a Londra. C’erano dei giorni in cui arrivavo al lavoro e lei doveva davvero lavorare tanto. È stato mentalmente e fisicamente distruttivo, più di qualsiasi altra cosa io abbia resistito. La prima stagione di Mr. Robot ha testato tutti i miei limiti, sia fisici che mentali. Ma questo si è spinto ancora oltre.

È stato ampiamente riportato che hai denunciato una lamentela allo studio quando Bryan Singer non si è presentato sul set del film, il che ha portato al suo licenziamento. Come mai hai preso questa decisione?
È difficile lavorare a un film di cui tutti sono così appassionati. Io sono solo un essere umano molto appassionato. Ho solo tenuto Freddie in prima linea su tutto questo. Nulla di questo business mi sorprende di più.

Bohemian Rhapsody, CinemaTown.it

Come ti senti riguardo all’assegnazione dei crediti a Singer per aver diretto il film?
Be’, abbiamo Dexter [Fletcher] come produttore e non potrei ringraziarlo di più. Ci ha iniettato una forza che ci è servita nei momenti giusti. Lui arriva da un background di attore, quindi è stato molto d’aiuto nel terminare questo film. Che altro posso dire? Arrivava durante delle scene davvero intime tra me e Lucy [Boynton] – le scene con Mary Austin, quindi nel momento perfetto col tono perfetto. Il nostro cinematografico [Newton Thomas], Sigel, ha fatto un lavoro simile, e non potresti mai realizzare il passaggio tra un direttore ad un altro. Sarà interessante vedere come scriverai della nostra situazione registica. Buona fortuna. Sembra che tu sia determinato a farlo.

Questa esperienza come ha influito sul tipo di progetti che stai perseguendo ora?
Sapevo che Mr. Robot sarebbe stato speciale, ma l’impatto sociopolitico che ha avuto mi ha sorpreso. Ha dato l’impeto alle persone che hanno subito delle ingiustizie ad avere più confidenza e a dare forza alla loro voce. Penso che ci sia un po’ di questo anche nello spirito di Freddie Mercury che era un rivoluzionario in termini di dare alle persone la libertà e il permesso di essere autenticamente sé stessi. Questi sono stati i due ruoli più progressisti della mia vita, entrambi modesti e gratificanti. Guardo al futuro e voglio continuare su questa strada ed essere convolto in progetti e storie ugualmente significative.

Quanto sei dedito a impegnarti in progetti di studio, soprattutto dopo quello che hai passato con Bohemian Rhapsody? Vuoi ancora cercare l’indipendenza?
È difficile. È un po’ rischioso. Ma non mi spaventa la scommessa. Basta vedere chi diavolo ho scelto di interpretare in questo film. Ma allo stesso tempo, fare qualcosa con uno studio è rischioso. Non hai lo stesso tipo di controllo creativo che potresti avere quando fai le cose per conto tuo. Quando ho fatto Buster’s Mal Heart, con una regista davvero speciale che si chiama Sarah Adina Smith, siamo rimasti gli unici collaboratori anche durante il processo di editing. C’erano dei momenti in cui facevamo Bohemian Rhapsody che ci ha messo più di impegno per arrivare all’editing e lasciare l’impronta su tutti. Sono nella fase di scrivere e dirigere qualcosa di mio adesso che sarà fatto con un budget ristretto, perciò sono abituato a quello che è il mondo e non voglio mai ritrovarmi in un posto in cui volto le spalle a questo mondo perché è la casa di tutti quelli che lottano per avere la loro storia raccontata.

Bohemian Rhapsody, CinemaTown.it

Aspetta, stai dirigendo un film?
Me lo tengo stretto per ora, ma al momento opportuno, quando mi sentirò sicuro di condividerlo, sai che lo farò.

Come ti aspetti che i fan reagiscano alla fine di Mr. Robot?
Quando Sam mi ha dato la notizia, è stato un po’ scombussolante perché amo interpretare quel personaggio e adoro lavorare con Sam Esmail. È un professionale davvero bravo e il perfetto collaboratore. Faremo tv insieme fino alla morte. Detto questo, è triste perché questo è stato una parte speciale e indelebile della mia vita. Sono cresciuto con questo personaggio. Ho parlato con Aaron Paul riguardo a quando lui ha lasciato Breaking Bad. È stata davvero davvero dura lui andarsene da lì. Ho parlato con Charlie Hunnam quando ha lasciato Sons of Anarchy e quanto fosse stato difficile anche per lui. Devo prepararmi a quella che sarà la fine di quest’anno. So che Sam mi farà di nuovo passare le pene dell’inferno, perciò sarò talmente esausto alla fine di tutto che mi sentirò pronto ad andare avanti.

Quindi non hai finito con la televisione ancora.
La tv mi ha dato l’opportunità di fare questo film. Il produttore ha visto Mr. Robot e non ho la minima idea di come abbiano pensato che potessi essere Freddie Mercury. Il lavoro che è stato fatto per la televisione ora è buono come qualsiasi cosa al cinema. Mi piacerebbe fare una serie presto, e se arriva lo show giusto e al quale posso dedicare qualche anno, perché no?

L’unico credito ufficiale in arrivo che hai al di fuori di Mr. Robot è il lavoro di doppiaggio per The Voyage of Doctor Dolittle, che il regista Stephen Gaghan sta dirigendo. Che cosa attrae di questo progetto, che ha un cast massiccio di attori importanti a dare il contributo con la propria voce?
Gaghan è un fan di Mr. Robot e ci siamo incontrati al ristorante una sera casuale. Robert Downey Jr., col quale sono diventato amico per Mr. Robot, è l’altra ragione per cui interpreto quel personaggio nel film. Non penso che ora farei Chee-Chee il gorilla in Doctor Dolittle se non fosse per Mr. Robot, la serie TV che mi sta ancora dando. Una cosa conduce all’altra. Ricordo che stavo facendo The Pacific quando Paul Thomas Anderson lo ha visto e mi ha portato a leggere The Master di Joaquin Phoenix. Vedremo quali sorprese dell’interpretare Mr. Mercury porterà con sé.

La 20th Century Fox rilascerà Bohemian Rhapsody il 2 Novembre nei cinema.

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