
Pensate al rapporto che avete con i vostri genitori, uniteci una manciata di insetti ed ecco a voi Ant Man and The Wasp. Il film, l’ennesimo dell’universo Marvel, realizzato con la regia di Peyton Reed, è uno splendido esempio di come anche un supereroe non può niente senza una famiglia al proprio fianco.
Detta così sembra una versione parecchio romanzata di quello che poi è Ant Man and The Wasp, ma in realtà il film è proprio questo: un parallelismo continuo tra padri e figli che consente allo spettatore di vedere tante sfaccettature diverse di come può essere una famiglia, che ci fa quasi dimenticare che ci troviamo di fronte ad un supereroe Marvel.
Ant Man and The Wasp: il rapporto familiare
Dallo sgarbato ma innamoratissimo Hank Pym, pronto a sacrificare tutto per la figlia e per ritrovare la moglie (Michelle Pfeiffer) dispersa nell’universo quantico, fino a Scott Lang, padre separato che ha con la figlia un rapporto così speciale da rivelarle le sue avventure come Ant Man, il film si discosta completamente dagli altri capitoli del franchise. Qui non si parla di minacce mondiali da distruggere, di nemici venuti da mondi lontani per portare all’estinzione il genere umano, ma di rapporti conflittuali all’interno delle famiglie.
Ci sono padri, madri e figli. A dare man forte al film Marvel sono proprio questi ultimi, che sostengono i padri senza battere ciglio: da Hope fino ad Ava, il Fantasma che perseguita Pym, Ant Man ed Hope, è tutto un susseguirsi di emozioni tra perdita e speranza.
Ant Man and The Wasp: il rapporto con Infinity War
Non aspettatevi di trovare qualcosa di simile ad Avengers. Ant Man and The Wasp è qualcosa di completamente diverso. Staccato dalla trama degli altri episodi Marvel, racconta l’avventura di Pym ed Hope, alle prese con la costruzione di un tunnel quantico che permetterà alla madre di Hope di tornare nel mondo reale. Accade tutto in contemporanea ad Infinity War, ma non ce ne accorgiamo fino alle scene post-credit, immancabili in un film Marvel, che lasciano un senso di amaro davvero poco piacevole.
Ant Man and The Wasp era riuscito a farci dimenticare la fine degli Avengers in Infinity War: la nota comica del film, nel quale si susseguono momenti di suspence ad altri di azione, fatti di sparatorie, corse automobilistiche e variazioni di dimensioni, è comune a tutto il film e lo rende particolarmente piacevole e godibile.
L’unica a portare un po’ di pacatezza è Michelle Pfeiffer (vestita come se fosse la madre di Daisy Ridley in Star Wars), anche se per pochissimo tempo. E’ lei a risolvere il conflitto con Ava, comportandosi nel modo più logico possibile: come una madre.
Ant Man and The Wasp: la performance di Paul Rudd
Per quanto riguarda la performance degli attori protagonisti non c’è nulla da dire: sono tutti perfetti. Dal burbero Michael Douglas fino allo scanzonato Paul Rudd, un po’ più sciupato rispetto al capitolo precedente, ma sempre perfetto nel ruolo di Ant Man. A rendere il tutto ancora più piacevole c’è una serie di spalle come Michael Peña, che riesce perfettamente a rendere anche i momenti più seri particolarmente divertenti. Il film man mano che procede diventa sempre più godibile: se l’inizio è un po’ lento e poco comprensibile, la parte finale è un continuo susseguirsi di azione e colpi di scena, che ripaga in pieno lo spettatore.
Insomma, Ant Man and The Wasp è un film che merita di essere visto non tanto per il suo ruolo all’interno della storia di Infinity War, quanto per la sua trama reale ed adattabile a tutti. Un film pronto a risolvere i conflitti familiari, che magari andrebbe visto proprio in famiglia.
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Riassunto
Ant Man and The Wasp è un film che merita di essere visto non tanto per il suo ruolo all’interno della storia di Infinity War, quanto per la sua trama reale ed adattabile a tutti. Un film pronto a risolvere i conflitti familiari, che magari andrebbe visto proprio in famiglia.