Prima di iniziare a riportare nel dettaglio la realtà dei fatti riguardo il processo per presunte molestie sessuali, affrontato da Kevin Spacey a Nantucket, bisogna stabilire dei paletti di lettura inconfutabili e totalmente opposti a quanto riportato da alcune testate italiane ed estere negli ultimi giorni. Kevin Spacey è attualmente alle prese con un processo che si sta protraendo nelle tempistiche, ma che sulla base dei fatti – sì, i fatti, tra cui anche i messaggi che a quanto pare, secondo altri blog e testate, lo inchioderebbero – è più destinato a vincere, piuttosto che perdere. Le cause di un accanimento mediatico così ostinato e perfido nei confronti di Kevin Spacey sono tutt’ora ingiustificate, se non con le tesi più disparate, e ci permettiamo di affermarlo perché, come vedrete di seguito, i documenti che riportano i fatti ufficiali dell’accaduto testimoniano una sua più che fattibile innocenza che fa strabuzzare gli occhi, se si pensa a quanto e come l’attore venga martoriato dall’opinione pubblica.

Non è nostra mansione stabilire l’innocenza assoluta in termini legali di Kevin Spacey, per questo ci sono gli strumenti appositi dati alla società civile affinché vigano ordine e imparzialità, anche se negli ultimi anni, l’era #MeToo ha offuscato la percezione della massa, facendole supporre che il deliberato sfruttamento della libertà di espressione sui social possa essere una valida – benché barbara – sostituta della giustizia in tribunale. Quel che ci proponiamo di fare, e che faremo di seguito, è riportare con assoluta dedizione la tabella degli avvenimenti, passo dopo passo, affinché coloro che accetteranno la verità tangibile dei fatti, possano continuare o tornare a stimare un artista che più di ogni altro continua a pagare una pena che va ben oltre la sua possibile cattiva condotta sessuale: non sta più lavorando. Iniziamo l’analisi dei fatti, riportando testimonianze, ordinanze e documenti autentici, reperibili da fonti pubbliche ufficiali.

Dall’inizio

kevin spacey cinematown.it

Qualche mese fa, alla luce del rilascio del video Let me be Frank sui canali social ufficiali dell’attore, CinemaTown ha redatto un articolo esaustivo su quanto accaduto a Nantucket, dal titolo “Kevin Spacey, tutta la verità: il processo, le accuse e il video incriminato”. Riportiamo quindi di seguito alcuni passaggi salienti, per ricapitolare chi sono i coinvolti e cosa sia accaduto. Per un migliore approfondimento, vi invitiamo alla lettura dell’articolo, mentre la consultazione dei documenti ufficiali che riportano quanto segue sono disponibili su TMZ – sito che non vuole di certo bene a Spacey.

I fatti si sono svolti al Club Car, un bar dell’isola di Nantucket, nel Massachusetts, la sera del 7 luglio 2016. I coinvolti sono appunto Kevin Spacey e William Little, dipendente del locale, che avvicina l’attore per fare una foto da pubblicare su Instagram. Da lì i due finiscono per conversare. Spacey chiede quindi Little quanti anni abbia, e Will risponde 23 anni, sebbene sia uno studente liceale di 18 anni – dichiarazione questa, che rende quindi l’attore inconsapevole della vera età del ragazzo, sebbene già all’epoca non fosse minorenne, come divulgato e supposto da numerose pubblicazioni. Come afferma il ragazzo, nell’arco di un’ora gli verranno offerti dagli 8 ai 10 alcolici, che consumerà consensualmente, senza forzature da parte di Kevin Spacey.

Dopo alcuni tentativi da parte dell’attore di appartarsi lontano dal locale, Will inizia ad insospettirsi. I due rientrano quindi nel locale, dove Spacey gli abbassa la zip dei pantaloni, ma il ragazzo non sarà poi sicuro se l’attore gli abbia davvero infilato la mano nei pantaloni o meno. Dichiarerà di non aver fatto nulla, sapendo di aver mentito sulla sua età e che questo avrebbe potuto provocargli dei problemi. Afferma comunque di essere stato toccato per tre minuti, mentre teneva con una mano il bicchiere e con l’altra il cellulare, col quale chattava con la sua ragazza, riportandole quello che per blog e testate incriminerebbe Kevin Spacey senza alcun dubbio, e che andremo a riportare e analizzare in seguito. Durante il contatto fisico, l’attore si alza per andare in bagno, e Will ne approfitta per defilarsi, recandosi a casa di sua nonna.

Da chi è accusato Kevin Spacey

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In seguito a questi fatti, una volta interrogato, William Little ha dichiarato che l’intera faccenda è stata solo imbarazzante e che non gli abbia causato nessun profondo turbamento, utilizzandola spesso come storiella da raccontare ai suoi amici. Il detective Gerald Donovan, chiese al ragazzo se gli fosse già capitato di ubriacarsi in quel modo, sentendosi rispondere di sì, che era successo numerose volte e che questo gli ha causato dei frequenti black out di memoria, ammettendo quindi di non ricordare ciò che gli era accaduto. Le indagini di Donovan sono proseguite chiedendo a Will se quei black out gli fossero venuti anche al Club Car, mentre era con Kevin Spacey, ma il ragazzo ammise di averne avuti alcuni solo mentre era a casa. Ad accusare l’attore è stata Heather Unruh, giornalista televisiva per New Center 5, dove ha lavorato per quindici anni fino al 14 ottobre 2016 e madre di William Little.

L’8 Novembre del 2017 la Unruh ha tenuto una conferenza stampa a Boston, città nella quale vive e ha lavorato, e nella quale vanta una certa notorietà come personaggio di spicco tra le autorità comunali – il marito è un imprenditore di grande influenza, e come vedremo sono imparentati con personaggi direttamente influenti nelle vicende legali del caso – durante la quale ha accusato Kevin Spacey di aver aggredito sessualmente suo figlio di 18 anni. Durante la suggestiva conferenza stampa la donna – che indipendentemente dall’innocenza o meno di Spacey, ha intrattenuto tutti in un piagnisteo che ha suscitato una certa indisponenza in chi ha avuto modo di vedere il video della conferenza – ha raccontato cosa sarebbe capitato quella notte tra suo figlio, “un giovane ragazzo eterosessuale” e Kevin Spacey. Il resto dell’analisi ufficiale completa delle vicende e dei coinvolti al Club Car è contenuto nel nostro articolo dedicato.

I messaggi, così come risultano e parola per parola

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Prima di affrontare passo per passo gli ultimi avvenimenti che si sono susseguiti in tribunale a Nantucket, le imbarazzanti incongruenze tra la denuncia, i fatti reali, e come la famiglia Little si stia comportando, riportiamo i testi completi dei messaggi che sono stati fino ad oggi rinvenuti, per mettere immediatamente sul tavolo l’argomento della questione, ossia la conversazione, non com’è stata raccontata in diretta da William Little alla sua fidanzata Molly, ma com’è stata consegnata agli investigatori, e secondo cui i siti di cronaca e di gossip internazionali incriminerebbero Kevin Spacey – se non fosse che ha renderli pubblici non sia stata l’accusa, ma proprio la difesa.

Ricordiamo che questi messaggi sono estratti di conversazione manomessa dall’accusa – come spiegheremo successivamente – che consistono in screenshot forniti dai Little agli investigatori, i quali dichiarano di non aver ricevuto un tabulato completo dei messaggi, sottolineando che lo scambio di conversazioni depositato dai Little inizia a metà di quella era la vera conversazione tra William e Molly. La trascrizione completa dei messaggi è avvenuta per mano di Matt Rocheleau, giornalista del Boston Globe, sito americano che sta seguendo in maniera piuttosto imparziale la vicenda, e che li ha pubblicati dopo aver ottenuto dei documenti che li contengono, risalenti a marzo ma pubblicati il 20 giugno scorso dalla difesa – quindi dai legali di Spacey, che non sono tanto sprovveduti da darsi la zappa sui piedi. Di seguito la riporteremo in italiano, per consultarla in lingua originale, vi rimandiamo alla fonte ufficiale.

  • Presunta vittima [che successivamente indicheremo come Will, per una migliore lettura] come se mi stesse intorno qui al bar. Ha avuto il mio numero e mi ha chiesto di uscire con lui

  • Fidanzata [che successivamente indicheremo come Molly, per una migliore lettura] Stai scherzando
    Che cosa
    Sembra che ci stia provando con te…

  • Will
    Credo di sì
    Mi sta prendendo per una gamba e (esplicito)

  • Molly
    stai cercando di dirmi qualcosa? Non c’è niente di male ad essere gay!!!

  • Will
    Non sono gay
    Ma credo che Spacey lo sia

  • Molly
    Hahaha
    Uhg [sigla che in gergo sta per disappunto e disgusto, ndr.] sono letteralmente gelosa
    Ti prego fatti un selfie con lui a un certo punto

  • Will
    No sono serio ad
    Adesso
    È davvero gay

  • Molly
    Aspetta cosa…
    Veramente?

  • Will
    Mi ha afferrato per (esplicito) tipo 8 volte
    È infastidito perché chatto gli
    Gli ho detto che ho una ragazza

  • Molly
    (messaggio con cinque emoji illeggibile nei documenti legali)
    Pensavo fossi serio
    Che ti prendessi gioco della mia ingenuità (emoji illeggibili) uhg haha
    Haha digli che la fidanzata dice di staccarsi (emoji illeggibili)

  • Will
    No sono serio
    È gay
    Mi ha tirato giù la zip
    E mi ha invitato a casa sua
    Te ne parlo dopo

  • Molly
    Cosa (esplicito) sta succedendo
    (tre emoji con le gote arrossate)
    Divertiti ma non troppo se sai cosa intendo (emoji illeggibili)

  • Will
    Gesù Cristo mi ha abbassato i pantaloni
    Aiuto
    No questo è Kevin ducking spacey [per ducking si intende un’azione che concerne l’abbassamento di qualcosa, ndr.] È gay
    Mi sta comprando un altro drink
    Aiutami
    Me ne ha già dati tanti
    Sono ubriaco
    Aiutami
    (Nome della fidanzata)
    Mi ha afferrato (esplicito)
    Kevin spacey è gay
    Controlla snap [Snapchat, ndr.] Seriamente, aiuto
    Faccio una foto
    Ho un autografo e una dannata
    Storia
    Aiutami

Come sottolineato dalla fonte, nessuno dei messaggi depositati riporta gli orari di invio o di ricezione, tranne gli ultimi tre, che vengono inviati il 7/8/16 alle 1:17. Dalle indagini, quello che è emerso come il breve video di Snapchat che Little avrebbe inviato alla fidanzata mentre subiva le presunte molestie di Kevin Spacey, ora in possesso di entrambi gli avvocati, mostrerebbe solo ed esclusivamente la mano di qualcuno che tocca la maglietta di un’altra persona, ma non mostra nulla di incriminante, come ha affermato Alan Jackson, l’avvocato di Spacey. Inoltre, come si spiegherà in seguito, come prova richiesta dal tribunale collegata ai messaggi figura solo il cellulare da cui sono stati inviati – che oggi risulta ufficialmente scomparso – e non gli screenshot da esso estrapolati, fatto questo che li rende delle parole senza alcun valore probatorio.

I testimoni e le dichiarazioni della fidanzata

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Prima di andare ad analizzare le vicissitudini legali vere e proprie, bisogna prendere atto di quali siano le opinioni dei presenti al fatto, e le loro conseguenti dichiarazioni. Il proprietario del The Club Car, un cameriere di turno e un barista, dichiararono alla polizia di non aver visto assolutamente nulla che sembrasse una molestia sessuale. Secondo quanto riferito, William avrebbe appunto inviato alla sua ragazza un messaggio su Snapchat che dimostrava come Kevin Spacey gli stesse toccando la parte superiore dei pantaloni. All’epoca, prima di depositare i messaggi manomessi, Will disse che Molly non gli aveva creduto, una volta fattole vedere le foto su Snapchat. La polizia l’avrebbe poi interrogata dopo che Heather Unruh, madre del ragazzo, ha reso pubblica la sua accusa.

Nell’interrogatorio, Molly disse alla polizia di non aver mai sentito parlare del fatto che Kevin Spacey avesse infilato le mani nei pantaloni del ragazzo quella sera, ma di averlo scoperto solo quando Unruh lo ha dichiarato pubblicamente in conferenza stampa. Il proprietario del Club Car, Joe Pantorno, affermò che “non ho visto Kevin Spacey molestare nessuno e nessuno gli ha riferito nulla di quel che stava accadendo”. Quella sera, il barista David Powell disse “non ho visto Spacey molestare o approfittare sessualmente di nessuno”. Avrebbe infatti saputo dell’accaduto solo grazie alla conferenza di Unruh. Claus Bokelman, un cameriere del ristorante, disse che “l’intera faccenda è stata totalmente travisata”.

7 gennaio 2019: Spacey si dichiara non colpevole

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Dopo aver rilasciato Let me be Frank, Kevin Spacey è di nuovo sparito dal circo mediatico, tranne per un’improvvisa visita ai paparazzi che lo tenevano d’occhio, ai quali ha portato una pizza scambiandoci due chiacchiere in simpatia. La prima udienza si è tenuta il 7 gennaio 2019 al tribunale di Nantucket, dove Spacey si è presentato col suo team legale capeggiato da Alan Jackson, avvocato specializzato nella difesa di soggetti accusati di crimini sessuali. All’udienza, dove l’attore è rimasto in silenzio e non è stato interpellato, la difesa lo ha dichiarato non colpevole. Il Giudice Thomas Barrett ha accolto la richiesta dell’avvocato di Kevin Spacey affinché William Little conservasse tutti i messaggi di testo mandati nei successivi sei mesi trascorsi dal presunto incidente, fissando la seconda udienza per il 4 marzo 2019. Come avvocato dell’accusa è stato ingaggiato Mitchell Garabedian, già al fianco di Heather Unruh durante la lacrimosa conferenza stampa.

Durante l’udienza, gli avvocati di Kevin Spacey hanno negato le accuse come “palesemente false” e hanno descritto l’incontro come “nient’altro che un flirt reciproco e consensuale”, sollevando la fondata perplessità sul perché l’evento non sia stato segnalato prima dello scandalo Weinstein, sottolineando come gli investigatori non abbiano trovato nessuno che abbia assistito al fatto. Precedentemente al 4 marzo, Alan Jackson mise agli atti che le accuse contro Kevin Spacey potrebbero essere state inventate nel tentativo da parte della presunta vittima e della sua famiglia di incassare dei soldi attraverso una causa civile, chiedendo quindi al giudice di ordinare all’avvocato privato assunto dai Little di consegnare una serie di documenti che, dato lo status di Kevin Spacey come personaggio pubblico, dimostrerebbero che i Little abbiano un motivo finanziario significativo per fabbricare le accuse, essendo Garabedian un avvocato civile. Le richieste di Alan Jackson volevano andare a fondo nella ricerca della corrispondenza tra l’ufficio di Garabedian, le forze dell’ordine del Massachusetts e i pubblici ministeri, richiedendo qualsiasi report degli incontri con l’accusatore e la sua famiglia. Jackson dichiarò:

Il fatto che i Little intendano andare avanti per via civile, sostiene la posizione della difesa secondo cui l’accusa ha una motivazione finanziaria sostanziale nell’alterare le sue affermazioni. Garabedian ha pilotato la conferenza stampa del 2017, inducendo la Polizia di Stato del Massachusetts ad avviare le indagini.

È chiaro come l’ufficio di Garabedian abbia condotto una propria indagine indipendente su questo caso, e che abbia fornito tali informazioni alle forze dell’ordine. I consulenti della difesa devono sapere quali informazioni sono state originate dall’ufficio di Garabedian per valutare se la Polizia di Stato del Massachusetts e l’Ufficio del Procuratore distrettuale della contea di Barnstable abbiano condotto un’indagine indipendente sulle presunte accuse.

Abbiamo bisogno dei messaggi del telefono di William Little, sono fondamentali per scoprire se lui e Kevin Spacey fossero entrambi consenzienti, e se sono coerenti con le dichiarazioni fornite alle forze dell’ordine, perché potrebbero rivelare se William ha scherzato sull’incidente con gli amici nei mesi successivi all’incidente, oltre che dimostrare che sua madre è la forza trainante di queste accuse.

4 marzo 2019: la difesa richiede ogni genere di informazione telefonica

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Durante la seconda udienza, a Kevin Spacey non venne richiesto di presenziare, ma di rimanere ad immediata disposizione del tribunale. Prima del 4 marzo, la difesa dell’attore si è messa alla ricerca dei dati tracciabili di carte di credito, registri del personale e registri contabili del Club Car, arrivando durante l’udienza ad estendere la richiesta di informazioni ai telefoni cellulari e alle registrazioni dell’avvocato civile che rappresenta William Little e sua madre. Il pubblico ministero ha quindi sostenuto che fosse prematuro affrontare qualsiasi mozione, dal momento che i detentori delle informazioni richieste andassero informati in modo da poter essere rappresentati su qualsiasi argomento. Il giudice dichiarò che avrebbe esaminato i rapporti della polizia e deciso quali sarebbero stati presi in considerazione, in modo tale da poter essere notificate alle parti. Inoltre, durante l’attesa del 4 marzo, i testimoni affermarono quanto affrontato nel paragrafo precedente sulle dichiarazioni dei testimoni, e per sfortuna di Kevin Spacey l’ex proprietario del Club Car, Joseph Pantorno – da cui la difesa stava cercando di ottenere dei documenti – è morto a febbraio in Florida.

Il team di difesa di Kevin Spacey ha poi ampliato la sua richiesta per ottenere le registrazioni telefoniche di William Little, dichiarandosi interessati ai dati di qualsiasi telefono cellulare da lui utilizzato tra il 7 luglio 2016 e il primo dicembre 2017, nella speranza di recuperare messaggi di testo, fotografie, telefonate riguardanti il ​​caso, o tra il querelante e Spacey, richiedendo che venissero consegnati anche i dati conservati nei cloud, trovando il favore del giudice, che ordinò che i dati fossero conservati, sottolineando però che non avrebbe necessariamente ordinato che venissero consegnati alla difesa. La nuova udienza venne fissata al 4 aprile, durante la quale la difesa si è incagliata in un nulla di fatto causato dalla mancanza degli elementi richiesti dal giudice all’accusa, che facendo orecchie da mercante ha iniziato gli estenuanti sotterfugi nel tentativo di evitare la consegna dei materiali telefonici, che nel frattempo erano stati manomessi.

3 giugno 2019: la difesa smaschera Heather Unruh

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Sebbene non fosse richiesta la sua presenza, Kevin Spacey si è presentato a sorpresa nell’ultima udienza dello scorso 3 giugno, probabilmente fiducioso che alla luce di quanto scoperto dalla difesa la sua comparizione avrebbe convinto il giudice a fissare la data d’inizio del processo vero e proprio durante l’estate 2019, sebbene la richiesta di Jackson verrà categoricamente respinta. Durante l’udienza, la difesa ha letteralmente srotolato un papiro di rivelazioni sconcertanti riguardanti i messaggi e i legami tra Heather Unruh e i membri interni dell’ambiente legale del Massachusetts, tra cui professionisti direttamente coinvolti nel processo di Nantucket. Durante la deposizione, Alan Jackson ha affermato che William Little avrebbe cancellato messaggi di testo che avrebbero favorito Kevin Spacey nello smentire le accuse contro di lui, sostenendo che i pubblici ministeri avrebbero mentito sull’essere in possesso del telefono di Little e che ne hanno nascosto le prove.

L’avvocato ha proseguito, sollevando gravi preoccupazioni sul fatto che la sorella di un alto funzionario nell’ufficio del pubblico ministero sia molto amica della madre della presunta vittima, Heather Unruh. Jackson ha quindi chiesto al giudice di ordinare ai pubblici ministeri presso l’ufficio del procuratore distrettuale di Cape & Islands di consegnare una copia legale completa e inalterata del cellulare di Will, nonché eventuali comunicazioni scritte sul caso da parte del funzionario, la cui sorella è amica di Unruh. Secondo i legali di Kevin Spacey, i messaggi telefonici vennero cancellati da lei stessa prima che facessero gli screenshot e ne inviassero copie fraudolente e alterate a un ufficiale di polizia di Nantucket nel novembre 2017, avendo la stessa Unruh dichiarato che prima di consegnare l’oggetto l’avrebbe ripulito da contenuti equivoci. Jakcson ha continuato dicendo che:

Chiaramente, Little ha fatto di tutto per rimuovere i messaggi di testo che non si adattavano alla sua versione. I pubblici ministeri erano consapevoli di ciò e lo hanno tenuto nascosto intenzionalmente, mandando la difesa a caccia di informazioni che erano già in loro possesso, facendosi beffe di questa Corte sprecandone il tempo e le risorse.

Hanno fatto dichiarazioni fuorvianti sia esplicite che implicite, per nascondere il fatto che il cellulare di William, un elemento di prova che dimostra in modo incontrovertibile che ne siano stati alterati i messaggi, tentando di ingannare le forze dell’ordine, sia stato sotto la loro custodia dal 29 novembre 2017.

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Quando gli avvocati di Kevin Spacey fecero richiesta specifica per le informazioni nel cellulare di Little il 7 gennaio 2019, il sostituto procuratore distrettuale Michael Giardino affermò che i pubblici ministeri non ne erano in possesso, dichiarazione che Jackson cassò come “chiaramente falsa”. Un mese dopo, quando gli avvocati di Kevin Spacey hanno richiesto una nuova convocazione, l’accusa ha affermato di non possedere il cellulare, ma a marzo, i pubblici ministeri inviarono gli screenshot modificati dei messaggi di testo che Little consegnò alla polizia [quelli al centro della questione degli ultimi giorni, diffusi dalla difesa, ndr.] evitando di depositare quelli che secondo Jackson erano “messaggi di testo ben precisi, rimasti esenti”. Fu solo ad aprile che Giardino ammise di aver mentito sul fatto che i pubblici ministeri non erano in possesso del telefono, affermando che non intendeva consegnarlo fino a quando non avrebbe avuto la possibilità di controllare in solitaria le informazioni in esso contenute.

Alla luce dei fatti, gli avvocati di Kevin Spacey hanno ritenuto insufficienti i precedenti ordini del giudice ai pubblici ministeri di consegnare le informazioni sul cellulare, alla luce di quelli che sembrano inconfutabilmente dei messaggi manomessi, chiedendo al giudice di ordinare ai procuratori di consegnare una copia completa e inalterata del telefono di William Little. Quello che però farà pendere la bilancia dell’opinione pubblica dalla parte di Spacey dopo anni – e che le recenti fake news secondo cui i messaggi consegnati dai pubblici ministeri, riportati nel paragrafo precedente, hanno nuovamente sbilanciato – sono le rivelazioni fatte da Jackson sui legami controversi di Heather Unruh con l’ambiente legale del Massachusetts. Sharon Hogan, sorella del primo procuratore distrettuale di Cape & Islands, Michael Trudeau, è famosa per essere un’intima amica di Unruh e della sua famiglia. Allegata alla documentazione di Jackson a tal riguardo, è stata presentata in tribunale una copia di un appunto datato 4 aprile, scritto da Trudeau al procuratore distrettuale Michael O’Keefe e il primo procuratore distrettuale Brian Glenny:

In una recente vacanza nel sud della Florida, ho passato del tempo con mia sorella e mio cognato che vivono a Miami Beach. Una sera, a cena, venne fuori l’argomento del caso Kevin Spacey Fowler e mia sorella disse che conosceva abbastanza bene la famiglia della vittima, in particolare la madre, Heather Unruh, perché sono stati in vacanza insieme e hanno condiviso una casa per andare a sciare per anni.

Non abbiamo discusso alcun dettaglio del caso che non fosse già di pubblico dominio. Mia sorella ha detto che non ha avuto alcun contatto con la famiglia della vittima dal 2017 e non ha avuto informazioni sull’incidente. Mentre questo può o non può presentare un conflitto d’interessi, penso che vada assolutamente considerata la divulgazione di informazioni legali utili alla famiglia Little.

Ad affossare ulteriormente la posizione dell’accusa si sono aggiunte le successive dichiarazioni fatte dal procuratore distrettuale Michael O’Keefe, in merito all’affermazione secondo cui il suo ufficio avrebbe mentito riguardo al fatto di essere in possesso del telefono cellulare di Little. O’Keefe si è rifiutato di commentare, dicendo per altro di non aver letto i documenti depositati dagli avvocati di Kevin Spacey, rincarando la dose:

Non so di cosa stiate parlando, quindi non ho intenzione di commentare. Lasciate che il processo vada dove deve andare. Se l’accusato non fosse la persona che è, il caso non interesserebbe a nessuno.

O’Keefe era a conoscenza del rapporto di amicizia che intercorreva tra la sorella del funzionario del suo ufficio e Unruh, ma si è discolpato dicendo che ne era venuto a conoscenza solamente poche settimane prima del 3 giugno, e che aveva comunque inviato ogni piccolo dettaglio su ciò che sapeva alla difesa.

Spacey potrebbe ora vincere la causa ancora prima del processo

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Durante l’udienza del 3 giugno Alan Jackson ha fatto richiesta al giudice di fissare una data ufficiale di inizio processo durante l’estate, respinta con un “non succederà mai, l’estate è un periodo turistico che lega le mani a tutti gli addetti ai lavori”. Jackson ha insistito facendo leva sul bisogno di Kevin Spacey di ottenere giustizia dimostrando la sua innocenza, e su come ad ogni nuovo incontro preliminare vengano portate alla luce informazioni che mettono sempre più in difficoltà l’accusa. Nonostante l’impegno dell’avvocato, il giudice ha stabilito che la data d’inizio del processo verrà fissata per ottobre o novembre 2019, richiamando le parti ad una nuova udienza l’8 luglio, con una nuova e rincarata ordinanza per l’accusa.

Barrett ha ordinato che il telefono fosse consegnato entro il 21 giugno, da chiunque lo possedesse, all’addetto della polizia presso il quartier generale della Polizia di Stato a Middleborough, in modo che l’esperto forense della squadra di difesa potesse esaminarlo come da accordi. Alan Jackson, durante l’udienza del 3 giugno, ha affermato che se avesse potuto accedere al telefono, il suo esperto di riferimento avrebbe potenzialmente potuto riportare alla luce i dati cancellati da Little. Inoltre, il padre di William, Nick, è stato chiamato a comparire in tribunale l’8 luglio per indicare il luogo in cui si trova il cellulare. Se non sarà in grado di farlo e di consegnare l’oggetto, la corte ha dichiarato che Nick Little dovrà giustificare lo stato attuale del telefono.

Mitchell Garabedian, che rappresenta i Little, ha infatti ufficialmente dichiarato al giudice nei documenti di corte che il telefono utilizzato dall’accusatore ai tempi dei fatti di Nantucket è scomparso, nonostante la famiglia abbia setacciato tutti i luoghi in cui potesse trovarsi, e che nessuno dei Little ricordi di aver visto il telefono da quando è stato consegnato alle autorità nel 2017. I funzionari hanno precisato che il telefono è stato restituito a Nick da Will, ma che Nick non ricorda di averlo recuperato. Garabedian ha dichiarato che sta consultando un esperto per cercare copie di backup del telefono, ma che ci vorranno alcune settimane per identificare tali informazioni. Sta di fatto, però, che alla luce di quanto sta accadendo Kevin Spacey sembra diretto verso una vittoria in tribunale, mancando il cellulare, e quindi, di fatto, la prova definitiva. Nonostante gli screenshot manomessi dall’accusa sin dal 2017, quindi, la star di House of Cards potrebbe addirittura non arrivare nemmeno al processo, vedendo cadere le accuse per mancanza di prove.

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