L’ultima stagione di Game of Thrones ha sicuramente diviso il pubblico. Mentre una metà ha apprezzato il finale della storia, l’altra si è trovata molto delusa sulle scelte degli showrunner David Benioff e D. B. Weiss. Uno degli episodi più criticati è sicuramente il terzo, “The Long Night“, in cui avviene lo scontro tra l’esercito dei morti e quello dei vivi a Grande Inverno. Oltre a critiche sulla fotografia, considerata da alcuni “troppo scura”, questo episodio ha portato critiche sulla uccisione del villain della serie, il Re della Notte.
Secondo alcuni infatti il compito di ucciderlo sarebbe dovuto ricadere su Jon Snow (o magari Daenerys Targaryen) mentre, nell’episodio, ad ucciderlo è Arya Stark. Già precedentemente Melisandre aveva sottolineato l’importanza della ragazza, giustificando il sacrificio di Beric Dondarrion per salvarla come l’adempimento del compito affidatogli da R’Hllor, Signore della Luce. Successivamente ella uccide il grande nemico ma, nel farlo, si è attirata le critiche sul realismo della scena da parte del pubblico. Arya infatti viene vista apparire in salto da dietro al Re senza che si veda da dove effettivamente stesse saltando. Grazie al documentario Game of Thrones: The Last Watch però siamo in grado di comprendere meglio il retroscena dietro questo eroico gesto.
Bryan Cogman, leggendo lo script dell’episodio, fa chiarezza sulla scena:
Qualcosa sta sfrecciando verso [il Re della Notte] dall’oscurità: Arya.
Scavalcando una pila di non-morti, ella balza contro il Re della Notte e fa sprofondare la sua lama attraverso l’armatura del Re della Notte. Il Re della Notte si frantuma.
Nonostante questo, i dubbi sulla scena potrebbero rimanere per molti. È innegabile che si possono vedere dei cadaveri attorno al Re della Notte e Bran ma difficilmente consentirebbero un tale salto alla giovane Stark. Nonostante questo, la scena rimane comunque una delle più iconiche del finale grazie alle coinvolgenti melodie di Ramin Djawadi ed alla fotografia caravaggesca di Fabian Wagner.